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Ricchi contro poveri, è guerra in Europa

Le big spingono per la nuova Champions, le piccole riunite per contrastarle

Ricchi contro poveri, è guerra in Europa

Europa 2024. Quello che sembra essere il titolo di un nuovo film di fantascienza è in realtà una guerra destinata a cambiare l'architettura del calcio continentale. Mercoledì a Nyon la Uefa riceverà ECA e EL (European Leagues) per discutere la struttura dell'Europa pallonara a partire dal 2024, che potrebbe anche non essere più piramidale come siamo abituati a conoscerla, secondo le direttrici che dai campionati nazionali portano alla qualificazione alle coppe europee. L'ECA, l'unione europea dei club (232 quelli rappresentati, anche se in realtà tutto è nelle mani delle big), propone un format di Champions rivoluzionato a tal punto da diventare un vero e proprio campionato europeo. Si parla infatti di 32 squadre divise in 4 gironi da 8, con partite di andata e ritorno, per un totale di 12 match prima dell'eliminazione diretta. La formula di accesso potrebbe prevedere un numero di posti (la maggioranza) assegnati per blasone e non solo in base ai piazzamenti nei rispettivi campionati. Un'altra idea è quella di spostare le partite nel weekend, con i tornei nazionali a metà settimana. Un programma improntato a una visione commerciale del calcio, come non ha avuto problemi ad ammettere il presidente del Barcellona Josep Bartomeu. «Vorrei più partite contro Liverpool e Manchester United», ha dichiarato al Guardian.

È la sintesi di una visione elitaria, come l'ha definita il presidente della Liga Javier Tebas, in prima linea con la EL, l'associazione di 35 leghe europee che rappresenta oltre 900 club, riunitasi ieri a Madrid nel Club Advisory Platform, dove verranno stabilite le linee guida per il citato incontro di domani a Nyon. Nella stagione 2021-22 debutterà la terza coppa europea, chiamata provvisoriamente Europa League 2, per una novità che ha incontrato il favore di tutti. Ma il vero nodo riguarda la Champions, e non solo per gli aspetti economici: l'incremento del gap tra le squadre dei campionati top e il resto del continente ha fatto perdere appeal alla fase a gironi, sempre più scontata. Un'Ajax non fa primavera e alcune big (Bayern Monaco, Juventus, PSG) vedono i successi nei rispettivi tornei ridimensionarsi di anno in anno per scarsa concorrenza, e quindi sempre meno sufficienti a giustificare gli investimenti. Da qui la spinta verso un sempre crescente numero di big match, fino alla saturazione.

Perché, da un punto di vista commerciale, meglio il decimo Juventus-Barcellona in tre anni che un Juventus-Empoli.

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