
- Ursula von der Leyen ci viene a dire che le tasse sull’elettricità sono troppo elevate. Proprio lei che, tra corsa all’eolico e al solare, senza dimenticare “l’addio al gas russo”, ci ha portato dove siamo ora. Ma qualcuno si ricorda che l’ex ministro tedesco era presidente della Commissione anche al giro precedente?
- E comunque, come al solito, nella lettera ai leader dell’Ue, l’approccio ideologico di Ursula non cambia. Vuole abbattere le tasse sull’elettricità, sì, ma non per far risparmiare le famiglie e fargli spendere quei soldi in altro. No. Solo perché ritiene che elettrificare sia necessario “per la nostra sicurezza energetica e i nostri obiettivi climatici”. Non ne usciremo mai.
- Niente: un attivista della Flotilla ha denunciato Israele per tortura. E l’ha fatto presentando un esposto alla procura di Roma. Ognuno fa ciò che vuole. Ma questo dimostra che si tratta di propaganda, non di roba seria. Perché secondo voi Bibi Netanyahu, che ha fatto esplodere i cercapersone ad Hezbollah, che ha convinto Trump a bombardare l’Iran, che ha fatto ammazzare leader di Hamas in giro per il mondo, si preoccupa dell’esposto in procura di un flotilleros? Maddai. Viene il dubbio che lo facciano solo per far parlare di se stessi.
- Hanno fermato tre ultras del Rieti Basket per l’omicidio, lo chiamo così, del povero autista del bus del Pistoia. Due di loro sono legati all’estrema destra. Quanto ci metterà la sinistra, ed Elly Schlein in particolare, ad incolpare Meloni anche di questo? In fondo, se la leader Pd ha - di fatto - accusato il governo “di estrema destra” dietro la minaccia alla libertà di stampa sul caso Ranucci, potrebbe metterlo all’indice anche per la sassaiola in superstrada. Le “prove” dietro le due teorie, in fondo, sono molto simili: cioè prossime allo zero.
- I casi di scontri tra ultras di basket sono molto meno frequenti di quelli del calcio. Ma ieri è morto un autista per colpa di una pietra gettata contro il bus di tifosi del Pistoia, squadra che milita in A2. Una follia senza senso, un crimine che conferma che - purtroppo - la mamma degli imbecilli è sempre incinta. Ma se c’è una cosa che noi amanti della pallacanestro abbiamo sempre professato era una sorta di superiorità intellettuale nei confronti degli amanti del calcio, sfottò sì ma violenza no, un po’ come in campo difficilmente si vedevano proteste veementi contro gli arbitri o risse tra giocatori. Pian piano, anche il mondo della palla a spicchi si è imbastardito, non solo sugli spalti ma anche in campo. E questo, lasciatemelo dire, è un grande peccato. Una sconfitta per lo sport, che dovrebbe insegnare tutt’altro.
- Sapete perché oggi voglio mettere a confronto la foto dell’autobus dei tifosi di basket preso a sassate e questo video di Pro Pal che lanciano di tutto, anche cartelli stradali, contro i poliziotti schierati in strada? Perché per quanto i due eventi possano apparire distanti, sono invece estremamente simili. Diciamolo: questa immagine non ha alcun senso. Non ha senso morire mentre si guida un autobus di tifosi, rincorsi da ultras impazziti che ti prendono ha sassate. Non ha senso andare al Creatore per una rivalità tra tifoserie di tipo transitivo (io odio te perché tu sei amico quella curva là). E non ha senso neppure pensare che si tratti di un caso, di pura sfortuna, beh ma cavoli quel sasso poteva anche finire un po’ più in basso e non si sarebbe fatto male nessuno. No. Se ti prendi la briga di inseguire un autobus, di raccogliere delle pietre, di lanciarle contro il mezzo in corsa, allora sai - devi sapere - che la tua azione può portare non solo alla morte di un autista, ma anche ad una possibile strage. Allora mi sia consentito un parallelismo con gli scontri di piazza e un appello a tutti quelli che oggi si strappano i capelli di fronte alla morte del povero autista ma non dicono nulla quando, puntualmente, i manifestanti bersagliano i poliziotti. Ecco. Adesso quando vedrete gli agenti reagire con i manganelli che tanto detestate, pensate che se stessero fermi e immobili a farsi bersagliare da bombe carta, cartelli stradali, bottiglie, pietre o bastoni, potrebbero finire come il povero Raffaele. A volte ci rimettono un dente, altre un braccio. Ma potrebbero restarci secchi. Lanciare oggetti pericolosi contro un bus o contro un agente non è un “tafferuglio”, non è un caso, non è preterintenzionale. È un crimine. E come tale va trattato.
- Intanto Sigfrido Ranucci, con una buona dose di onestà intellettuale, smentisce di fatto la possibilità che dietro l’attentato alla sua persona ci siano mandanti politici. Il che smentisce categoricamente Elly Schlein che è andata al Pse a raccontare la favoletta, a cui non crede più nessuno, di una destra che quando sale al potere mette a rischio la democrazia. Vorrei solo ricordarle che il governo della Meloni è uno dei più longevi della storia repubblicana e ancora non si sono visti né olio di ricino né chiusure di giornali. Anzi: molti dei suoi oppositori, soprattutto intellettuali, alla fine ci hanno pure guadagnato contratti più facoltosi.
- Sinner ha detto no alla Coppa Davis, cioè alla Nazionale. E visto che ormai è diventato intoccabile, nessuno nel mondo del tennis osa criticarlo: “Lo capiamo”, “È comprensibile”, “Tornerà”. Lui ha tutto il diritto di fare ciò che vuole, sia chiaro, ma anche noi di criticarlo.
Il tennis non è il calcio, né il basket o la pallavolo: è uno sport singolo, non di squadra. Ma questa storia della Nazionale usata come un treno in cui si sale un po’ a piacere, quando rientra nei piani individuali, fa un po ridere.