Più che un giocatore, Luis Suarez è un caso sociale: 35 giornate di squalifica e 130mila euro di multa per cattiva condotta negli ultimi quattro anni. L'ultima l'aveva combinata mordendo Chiellini durante Italia-Uruguay e beccandosi 9 turni di squalifica con la nazionale più 4 mesi con il club. Al De Telegraaf sull'episodio ha dichiarato: «Racconterò tutto nella mia biografia, che ho scritto in questi mesi lontano dal campo. Adesso penso solo al mio rientro». Che avverrà oggi al Santiago Bernabeu nel Clasico tra Real Madrid e Barcellona (diretta Fox Sports alle 18 con commento tecnico di Fabio Capello). Non una partita qualunque, ma nemmeno Suarez lo è mai stato.
Perché il vampiro seriale (prima di Chiellini toccò a Bakkal e Ivanovic), l'adolescente che a 15 anni colpiva con una testata l'arbitro, il talento in erba che tirava un ombrello all'allenatore o nell'intervallo faceva a pugni con un compagno, è anche il ragazzo socievole, tutto casa e campo di calcio descritto da chi lo ha conosciuto nella sua carriera europea. Più volte messa a rischio dalla rabbia cieca accumulata fin dall'infanzia difficile. Una personalità borderline che non è deragliata grazie a una donna, Sofia Balbi, conosciuta a 15 anni e poi diventata sua moglie. Quando nel 2003 lei emigrò a Barcellona, lui smise di giocare a calcio, prima di capire che era l'unico mezzo per volare oltreoceano. Da lì è iniziata una carriera da 251 reti in otto anni. Ma l'uomo da 115.
5 milioni di euro (81 li ha sborsati il Barcellona, 26.5 il Liverpool, il resto Ajax e Groningen) un problema ce l'ha, e lo sa. «Se a casa mi fossi comportato come in campo, mia moglie avrebbe già chiesto il divorzio da tempo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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