Il ringhio della 595 Pista La rabbia Abarth è unica

Sul circuito di Varano de' Melegari: frenata pulita e una coppia da sballo. Un piccolo bolide

di Nicola Ciniero*

Un anno fa, Abarth presentava la 595 Pista. Il modello si inserisce tra la versione base e la Turismo. La principale differenza consiste nell'adozione della turbina Ihi al posto della Garrett. Poi abbiamo l'assetto Koni con Fsd, lo scarico Record Monza, i freni Brembo forati e ventilati da 284 x 22 e i cerchi da 17 di serie. Cinque colori, optional il cambio automatico (in realtà è un robotizzato) con palette al volante, versione oggetto della prova che si svolge al «Riccardo Paletti» di Varano de' Melegari (Parma).

In città la vettura dimostra un notevole brio con una bella coppia, merito della turbina Ihi che ai bassi spinge meglio. Assetto che si fa sentire ma non fastidioso, eccellente lo sterzo, frenata ben equilibrata.

In autostrada la 595 è un piccolo bolide che si ingaggia volentieri con auto di cubatura superiore. Manca una sesta marcia, il cambio Mta è migliorato rispetto alla precedente versione. Di certo non è un Dsg, ma i tempi sono paragonabili a una bella cambiata manuale, solo in partenza regala poca soddisfazione. Arriviamo in autodromo.

Infilo il casco e aspetto il mio turno. Decido di fare i primi giri col set up normale. Come già detto, la partenza non fa impazzire, ma una volta dentro il toboga di Varano si apprezza l'erogazione della coppia davvero molto buona ed entusiasmante da 3.000 a 5.500 giri (arriva a 5.700 giri, ma la curva si appiattisce). Si ha una conferma delle doti dello sterzo, preciso e reattivo, e si comprende l'eccellente lavoro della messa a punto dell'assetto, che comunque copia molto l'asfalto. Ottimi i Pirelli P Zero Nero. Il differenziale meccanico fa bene il suo lavoro in uscita delle curve, che a Varano sono piuttosto strette, e i freni, pur sollecitati, lavorano egregiamente.

Mi fermo, faccio raffreddare i freni e riparto col set up Sport. La musica cambia subito, lo sterzo si indurisce come su un'auto da corsa, accelerazione e ripresa sono più rabbiose e le curve arrivano incontro più veloci.

Con questo set up la macchina fa ricordare che il suo passo corto impone una gestione dello sterzo e dell'acceleratore diversi, e qui si apprezza il cambio robotizzato: per andare davvero veloci ci si deve concentrare molto sullo sterzo e le palette per le cambiate sono perfette in questo senso. Quindi, traiettorie le più rotonde possibile, apertura dello sterzo veloce ma delicata, polsi fermi sul volante in frenata, minor giochi possibili con lo sterzo in ingresso e uscita di curva, motore sempre in coppia da tenere sopra i 3.500 giri. Si parte. Prima variante in fondo al rettilineo: entro di terza, a metà inserisco la seconda appena sto per riallineare la curva, e poi terza/quarta a palla di cannone fino al tornante.

Il motore ringhia davvero, frenata pulita tutto a destra, corda al tornante in seconda a 4.000 giri, leggero sottosterzo che assecondo per non far partire il posteriore che sento in equilibrio precario, raddrizzo, e sù altre due marce. Seconda variante stretta pizzicando appena i cordoli e giù altre due marce, altra chicane dove sacrifico l'ingresso per uscire bello acquattato verso la Ickx. Frenata, terza e imposto per uscire sul cordolo verso il ferro di cavallo a gas spalancato. Pelata di freni, scalo una marcia e cerco la traiettoria alta per muovere il meno possibile lo sterzo.

Nel chiudere senza forzare la seconda curva che mi porta al tornante e quindi immette sul rettilineo, tengo la terza e sfrutto la coppia del motore per prepararmi all'ultima frenata, secca e decisa. Aspetto ad aprire finché non vedo il muretto dei box, poi giù tre marce in rettilineo.

Per concludere, devo dire che sono soddisfatto. Mancano 20 cv e 400 giri e 20 Nm rispetto alla Competizione, ma se guidata in modo pulito, senza farsi prendere dalla foga, riflettendo su quel minimo di tecnica che si dovrebbe insegnare a scuola guida, questa 595 Abarth Pista si rivela un'ottima vettura, agile per la città e per il misto anche senza inserire il set up Sport.

Certo che qualche riga di software in più per il cambio robotizzato non sarebbe male, così come una coppa dell'olio maggiorata e una posizione diversa nel vano motore del filtro aria e del catalizzatore. Sistemate queste cose, la macchina sarebbe vicina al massimo punteggio.

Certo la Turismo e la Competizione sono più performanti e reattive, ma la Pista sa regalare un gran bell'equilibrio senza impegnare in modo eccessivo il pilota e la meccanica. Dimenticavo: il colore deve essere rigorosamente grigio Campovolo, come i vecchi Cinquini che correvano negli anni Sessanta.

*Vicepresidente di BePooler

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