Un derby fa, Inter e Milan cambiarono improvvisamente rotta: la capolista, padrona assoluta del campionato, si fermò sull'1 a 0, rimontata in 3 minuti da Giroud, l'inseguitrice riprese a riveder le stelle dopo aver tenuto l'eclisse. Adesso che il nuovo derby di Milano (prevendita a gonfie vele, oltre 55 mila biglietti venduti) si porta dietro la targa della semifinale (andata) di coppa Italia (ritorno il 20 aprile) e la vecchia regola del gol doppio in trasferta (la riforma Uefa è stata rinviata alla prossima edizione: «sarebbe stato meglio cambiarla subito» l'obiezione di Pioli) riconfermata, Milan e Inter provano a ricacciare indietro i ritardi e le stanchezze delle ultime esibizioni, 3 punti miseri in complessive 4 partite, un record all'incontrario. «Dobbiamo recuperare energie fisiche e mentali, fare un gol in trasferta sarebbe importante» sentenzia alla fine Simone Inzaghi che sembra circondato, all'improvviso, da un clima di eccessiva preoccupazione, forse a causa della striscia di 9 partite (dalla Lazio al Genoa) scandite da 2 successi, 4 pari e 3 sconfitte (6 gol fatti e 9 subiti). Il sospetto è che stiano affiorando oltre alla stanchezza anche segnali di nervosismo, documentati dai gesti di insofferenza traditi da Brozovic e Barella, a Marassi.
Il Milan non se la passa meglio. Sotterrata l'ascia di guerra con arbitri e varisti (a proposito: designato Mariani, lo stesso fischietto del derby vinto 2 a 1 nel segno di Ibra), Pioli mette il suo gruppo giovane, e perciò allergico alla stabilità di rendimento, dinanzi alla responsabilità. «Abbiamo seminato tanto, dobbiamo ora raccogliere. Siamo giunti al momento decisivo della stagione, 2 anni e mezzo fa siamo partiti dal decimo posto, adesso è tempo di fare l'ultimo balzo, il più difficile» spiega con un ragionamento che può voler dire anche questo: se non riusciamo a farcela in campionato, proviamo qui, in coppa Italia. Stasera c'è l'Inter, domenica il Napoli: in 180 minuti il Milan può uscire dai giochi oppure rientrarvi con autorevolezza. E d'altro canto i numeri non mentono: i 12 punti persi con le squadre di media e bassa classifica sono una conferma di quel che Maldini ripete da sabato sera, «conta la testa più che le gambe» così da ricacciare indietro ogni ansia legata a un eventuale black out fisico.
Il pensiero fisso di Simone Inzaghi è ritrovare la vena del gol: solo Dzeko è comparso di recente nel tabellino marcatori, la riabilitazione di Lautaro è la missione possibile di tutto il team. Quello di Pioli è suggerire ai suoi la soluzione migliore per valorizzare al meglio le caratteristiche di Giroud («bisogna anticipare il cross» spiega) visto che Ibra non è ancora pronto, anzi c'è il rischio che salti anche Napoli considerato fino a qualche giorno prima il possibile appuntamento per il ritorno all'attività.
L'idea strategica milanista è quella di riproporre un duello uno contro uno tra Brozovic e Krunic per oscurare la fonte di gioco, quella interista di rivedere in gruppo Correa e Gosens che possono diventare vitamine per le prossime settimane.
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