Risultato perfetto? Per far litigare Frossi e Brerail commento 2

Risultato perfetto? Per far litigare Frossi e Brerail commento 2

di Tony Damascelli

Chi creò il giuoco o gioco del calcio, fosse cinese, romano, fiorentino, inglese, ritenne che il gusto lungo della vita fosse il gol. Il creatore non poteva immaginare tuttavia che il calcio sarebbe diventato anche un fatto di schemi, di tattiche, dunque il gol sarebbe diventato un fattore non determinante, anzi il non gol avrebbe addirittura portato punti ad entrambe le squadre. Annibale Frossi e Gianni Brera, due campioni assoluti con il pallone e la penna, discutevano a lungo di questo nella redazione de Il Giornale Nuovo. Brera sosteneva che lo zero a zero rappresentasse l'equilibrio perfetto tra i ventidue in campo e una volta, dopo aver letto le dichiarazioni di due allenatori alla vigilia di una partita «attaccheremo dal primo minuto», scrisse, per paradosso ma con geniale sarcasmo: «Se le loro parole si avverassero i venti calciatori non si incontrerebbero mai sul terreno di gioco». Frossi, nettando con un fazzoletto bianco gli occhiali spessi così, disse di essere stato il depositario della teoria sul valore assoluto e positivo dello zero a zero e aggiunse, sempre per paradosso e sarcasmo, «se un attaccante è capace di segnare 10 gol, non è detto che schierandone cinque in una volta sola si realizzino 50 gol». Il riassunto suggerisce una sola riflessione: il gol è il godimento massimo per un calciatore, non per il portiere che lo subisca, lo è per il tifoso, non quello della squadra avversaria. Chi sente la voglia di rivedere in tv una partita finita senza gol? Anche perché lo zero a zero è davvero il risultato più difficile da ottenere, perché basta una distrazione e la frittata è fatta.

Zero a zero santo subito, dunque, magari però con qualche palo, traversa, rigore sbagliato. Brera&Frossi avevano ragione, infatti conclusero la discussione mandandosi reciprocamente a quel paese. Uno zero a zero totale.

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