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"La rivoluzione va in bici e l'Italia deve accelerare"

Santilli: "Nell'Ue giro d'affari da 500 miliardi. Ma la nostra industria sta perdendo opportunità"

È un appassionato e per questo percorre in bicicletta almeno 15mila chilometri all'anno. È un osservatore e per questo ha ideato l'Osservatorio della Bikeconomy, perché la bicicletta è salute, piacere, mobilità alternativa ma anche business, opportunità per Paesi e regioni. Insomma, ha fatto della sua passione una parte di lavoro, molto piccola perché Gianluca Santilli è un affermato avvocato capitolino, cittadino del mondo, che il mondo lo osserva da tempo da una posizione privilegiata: in sella alla sua bicicletta.

«È così, in bicicletta si pensa tanto. Spesso pedalo anche da solo e la mente vola leggera alla ricerca di soluzioni e strade nuove ci spiega -. Pensi che è in atto qualcosa di pazzesco nel mondo, e noi italiani siamo ancora troppo indietro, non abbiamo ancora compreso completamente le opportunità che offre la bicicletta e tutto ciò che le ruota attorno. Prenda la e-bike: è il traino dell'economica post Covid in Italia, ma non solo. Le due ruote muovono oltre 500 miliardi di euro nella sola Ue e questo l'ho spiegato e messo nero su bianco in un libro scritto due anni fa con l'amico giornalista del Sole 24 Ore Pierangelo Soldavini (Bikeconomy, Egea, 2019, ndr) e oggi completamente aggiornato con un capitolo sul Covid».

Ma come siamo messi noi in Italia rispetto al resto dell'Europa?

«Ci stiamo muovendo, ma la distanza con la Germania è ancora grande. Ora però c'è stata un'accelerazione e persino il ministero delle Infrastrutture ha aggiunto la mobilità sostenibile al suo nome e nel Pnrr ci sono 25 miliardi dedicati al capitolo».

Un giro di affari di 500 miliardi di euro

«È così e abbiamo calcolato che circa 200 miliardi sui 500 vengono dalla prevenzione di tantissime malattie. In ogni caso mi duole dire che l'industria della bici italiana sta perdendo una enorme opportunità e rischia l'emarginazione da un comparto che quasi monopolizzava. Manca una strategia, una voglia di fare sistema con partner strategici e manager adeguati. Cosa auspico? È necessario creare un polo dell'eccellenza del Made in Italy prima che sia troppo tardi».

Si può dire che la Pandemia ha accelerato il processo di mobilità leggera?

«La bicicletta, in tutte le sue declinazioni, è un'opportunità. E poi, per un Paese come il nostro, pieno zeppo di storia architettonica e enogastronomica, piena di borghi e prelibatezze, la bicicletta è lo strumento ideale per promuovere tutto il comparto turistico: bisogna però crederci. Nel nostro Paese ci sono strade secondarie bellissime. L'estate scorsa ho percorso più di 600 km nel parco del Cilento senza incontrare auto. E poi con le gravel c'è anche l'opzione delle strade bianche, che hanno un sapore unico e antico. La bicicletta è cultura e conoscenza, ma anche condivisione e partecipazione: la bicicletta è incontro. Perfetta per la salute.

Perfetta per produrre economia».

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