Giro d'Italia

Roglic, il saltatore con gli sci che vola e non vuole atterrare

Fino a 22 anni sui trampolini, poi un brutto infortunio. La bici scoperta nella riabilitazione. Ora fa paura a tutti

Roglic, il saltatore con gli sci che vola e non vuole atterrare

Riccione - Sperano che, prima o poi, salti. Non sanno che Primoz Roglic con i salti ci sa fare, e anche parecchio. Ha sempre avuto confidenza con il vuoto, anche se da sempre è tipo molto concreto, che sa tenere ben saldi i piedi per terra.

Preciso al limite del maniaco, Primoz Roglic è l'uomo del momento, sicuramente di questa prima settimana di Giro, ma è chiaramente il maggiore indiziato alla vittoria finale.

A molti sta sugli zebedei per il suo modo di fare asciutto ed essenziale, al limite dell'insolenza. «Questo Giro per me è molto buono per adesso, sto assaporando ogni momento ha spiegato -. Ovviamente, sono dove volevo essere a questo punto del Giro. È stata dura ma è andata molto bene. È bello guadagnare un po' di tempo sugli altri favoriti per la generale, ma il Giro è tutt'altro che finito. La terza settimana è cruciale. È sempre utile avere un po' di vantaggio, alla vigilia di giornate molto dure che potrebbero anche rivelarsi difficili».

Il ragazzo è osservato speciale, ed è talmente osservato che lo accusano di sorridere poco, e ieri si è anche dovuto giustificare: «Io generalmente sono un tipo molto alla mano e molto sorridente, solo che qui sorrido meno perché sono molto concentrato». Per il momento è sul podio, ma al contempo si trova anche sul banco degli imputati. Com'è possibile affrontare le pendenze del San Luca e di San Marino senza nemmeno alzarsi di sella e mulinare i pedali a cento pedalate al minuto? Com'è possibile andare così forte già da febbraio e pensare poi di arrivare ai primi di giugno in maglia rosa? Cose da Armstrong, hanno scritto neanche tanto maliziosamente Oltralpe. Antoine Vayer, su Le Monde, autore tra l'altro di «Confessioni di un ciclista mascherato», non è andato tanto per il sottile, facendo un tweet parecchio volgare quanto inequivocabile fin da Bologna. L'opinionista, ex dopatore della Festina anni '90 oggi redento, sostiene che si stia assistendo ad uno spettacolo a due velocità. «Le prestazioni di Roglic sono esagerate, e mi ricordano certi numeri degli anni peggiori del ciclismo. Questo non è sport».

Primoz Roglic, nel frattempo vola alto, anche perché è sempre volato leggero sui suoi sci, con il naso affilato perfetto per fendere l'aria. Aveva scelto il salto dal trampolino per inseguire il suo sogno. Aveva anche delle qualità, tanto da aggiudicarsi a Tarvisio (nel 2007, ndr) il mondiale a squadre. Poi un incidente drammatico, a Planica. Brutta botta, non solo in faccia. Incomincia a pedalare nel 2011, a quasi 22 anni, più per riabilitazione che per divertimento. Scopre però che ci sa fare. Dal salto con gli sci, sport anaerobico alattacido, prende in prestito la cura maniacale di peso e dettagli. «Per saper volare devi essere leggerissimo, quasi carta velina, e basta un movimento minimo delle dita della mano per variare l'assetto», ha spiegato.

Nibali spera di poter scalare tutte le montagne, tempo permettendo. «Roglic ha mostrato in passato di avere qualche scricchiolio sulle grandi montagne - ha spiegato ieri lo Squalo - . Lo scorso anno attaccò al Lombardia per primo sul Muro di Sormano, ma poi andò in crisi. Finora ha trovato terreno favorevole alle sue capacità, ma le montagne stanno arrivando».

In tanti sperano che Roglic salti per aria: non sanno che lo sloveno è abituato a volare.

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