Roma - Una serata da incubo come quella tristemente famosa di Manchester dell'aprile 2007, quando i giallorossi tornarono a casa con le ossa rotte, sette gol sul groppone e uno solo segnato. Un passivo mai subito dalla Roma all'Olimpico in una partita europea (finora solo il Real Madrid, per tre volte, aveva segnato al massimo tre reti). É la Champions, bellezza, si potrebbe dire parafrasando un celebre film con Humphrey Bogart, ma non si era mai vista una Roma così dimessa nell'era di Rudi Garcia pure se ubricata dalla densità del gioco e dal maggior tasso tecnico dei bavaresi campioni di Germania.
Sarebbe facile ora parlare del nostro calcio che sbatte il muso in Europa rimediando spesso figuracce. Allargando il ragionamento, c'è però da ricordare che negli ultimi tre anni il Bayern Monaco ha collezionato in Champions due finali (una vinta e una persa) e una semifinale persa con il Real Madrid, mentre la Roma non era nemmeno iscritta nella Coppa europea meno prestigiosa. L'Italia più brillante, quella esaltata alla vigilia della sfida dell'Olimpico da Pep Guardiola (Juventus e Roma appunto), è ancora abbastanza indietro alle big del nostro continente, non solo per il portafogli da poter aprire in fase di calcio mercato, ma anche perché bianconeri e giallorossi sono impegnati a ricostruire una propria storia europea. In più si può aggiungere che gioia ed entusiasmo le parole d'ordine dettate da Garcia alla sua truppa non possono essere sufficienti di fronte a un divario così netto. Per competere a cosi alti livelli, serve ancora qualcosa e il tecnico francese ne è consapevole.
Una buona notizia era arrivata nel pomeriggio da Mosca, dove il Manchester City era stato rimontato dal Cska dopo aver collezionato un vantaggio di due reti nel primo tempo. Resterà l'unica, insieme all'Olimpico strapieno (oltre 62mila spettatori e record d'incasso vicino ai 4 milioni di euro) prima dell'imbarcata storica, parzialmente mitigata da un gol di Gervinho.
L'infortunio di Maicon in extremis (problemi a un ginocchio) toglie allo scacchiere difensivo di Garcia un elemento importante e di esperienza. Torosidis, nazionale greco, non ha lo spessore del brasiliano che stavolta, a differenza di quanto avvenuto nella sfida mondiale con la Germania iridata (ben rappresentata ieri nel Bayern), si evita la figuraccia.
La serata è subito in discesa per il Bayern con Robben (sontuosa la sua partita) che ridicolizza Cole che si sta confermando la controfigura del giocatore ammirato al Chelsea oltre che l'acquisto meno azzeccato dell'ultima campagna acquisti giallorossa e con un tiro a girare sorprende De Sanctis. La reazione della Roma è immediata quanto rapida e si ferma al tiro di Gervinho parato da Neuer. Poi riprende lo show dei tedeschi: Lewandowski, Muller, Gotze e Robben stordiscono la difesa giallorossa. A turno vanno in gol tutti (per l'olandese arriva addirittura una doppietta), con De Sanctis assolutamente colpevole in almeno due dei gol incassati.
Dopo 36 minuti e cinque gol realizzati, i tedeschi si fermano. Garcia toglie l'evanescente Totti e l'inguardabile Cole e con Holebas e Florenzi in campo si vede una Roma più sbarazzina.
Gervinho coglie un palo, segna un gol interrompendo l'imbattibilità di Neuer dopo 814' e viene erroneamente fermato in fuorigioco dall'assistente di Eriksson mentre stava per lanciarsi in porta. Ma nel tabellino marcatori del Bayern entrano anche gli ultimi due entrati (Ribery e Shaqiri) con le uniche due fiammate della ripresa.
E il nuovo 1-7 è confezionato (vittoria record in una trasferta europea per il Bayern, fermatosi finora a un 5-0).La resa dei conti fra due settimane, quando si vedrà se è stata solo una serata storta dei giallorossi o se conterà ancora il divario tecnico dei bavaresi.
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