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Da Roma a Glasgow, nel pallone torna l'incubo ultrà

Accoltellati due clienti di un bar da «tifosi» rossoneri usciti dall'Olimpico. E in Scozia scoppia il finimondo dopo la finale di coppa

di Tony Damascelli

U ltime notizie di agenzia, Roma: «Durante le perquisizioni all'interno di uno dei pullman dei tifosi milanisti è stata sequestrata una mazza di legno, vari cacciaviti, fumogeni, 2 bomboni, hashish e marijuana». Il fatto è successivo all'accoltellamento di due clienti di un bar nei pressi dello stadio Olimpico, subito dopo la finale di coppa Italia tra Milan e Juventus. I due sono ricoverati con prognosi riservata. Per l'arrestato, di anni diciannove, un debuttante dunque, scatta il tentato omicidio.

Proseguo, Livorno: dopo il pareggio con il Lanciano, un manipolo di delinquenti ha tenuto sotto sequestro i calciatori livornesi, nello spogliatoio, fino alle due di notte poi hanno aggredito colpendolo con un pugno il portiere Pinsoglio. Si supera la manica verso Glasgow, Hampden Park, finale di coppa scozzese, vince l'Hibernian dopo 114 anni, i Rangers sono sconfitti, i tifosi verdi, vincitori, invadono il campo, distruggono le porte di gioco e aggrediscono a calci e pugni Lee Wallace, capitano dei Rangers. La polizia a cavallo entra sul terreno e la folla si disperde.

La violenza convive da sempre con il football ma sta riprendendo il suo cammino dopo un periodo dormiente, in cui sembrava debellata. C'è voglia di scaricare rabbia repressa, c'è il desiderio maledetto non soltanto di vincere ma di battere l'avversario, di insultarlo con le parole e con i gesti, di lasciare il segno sul suo corpo. L'elenco del materiale ritrovato a bordo di un bus, a Roma, l'altra sera fa parte del repertorio degli ultras, usano queste armi vigliacche, sono pronti all'impresa codarda ma oggi sono anche disposti a uccidere. E' accaduto a Roma, stava di nuovo per accadere nella stessa città sempre più acida. Il calcio è diventato violenza fisica e verbale anche in campo, nei comportamenti dei calciatori, degli allenatori, dei dirigenti, l'occhio delle telecamere smaschera quello che fino all'altro ieri restava nascosto. La piazza al potere, la curva ha in mano le chiavi degli stadi, le fazioni si affrontano a viso coperto, i black bloc del calcio hanno nome e cognome, ritornano puntualmente sul luogo dei loro delitti, tuttavia non vedo, non leggo, non sento reazioni, commenti, denunce pari alle proteste per un calcio di rigore, per una espulsione, per un fallo di mano in area. E' quasi l'assuefazione al fatto violento, con un alibi abbastanza sciocco: «trattasi di fenomeni isolati, sono quattro teppistelli».

Chiedete informazioni a Pinsoglio, a Wallace e ai due clienti del bar di via Leone IV in zona Prati, Roma.

Pausa breve, tra meno di un mese la Francia è pronta all'Europeo. Prepariamoci dunque: bagaglio, mappa e giubbotto antiproiettile. O no?

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