Roma Tornare a mani vuote dallo Stadium nella serata in cui la Roma avrebbe potuto dare una svolta importante al suo campionato era già stato un colpo difficile da digerire. Figuriamoci quando la truppa di Spalletti si è trovata clamorosamente sotto nel punteggio ieri contro il Chievo nel fortino dell'Olimpico, evento accaduto in stagione solo in Europa. Perdere questa gara, anzi non vincerla con 14 occasioni da rete, avrebbe però avuto il sapore di beffa: nonostante il Chievo sia una squadra bene organizzata e abile a rompere il ritmo degli avversari, il dominio dei giallorossi era stato netto. Ed è servito un El Shaarawy finalmente in grande spolvero per raddrizzare una gara sulla quale aleggiavano fantasmi inattesi. Il Faraone, inspiegabilmente tenuto fuori a Torino dall'undici titolare, aveva voglia di riguadagnare posizioni nella gerarchia dell'attacco, specie adesso che Salah partirà per l'avventura in Coppa d'Africa e tornerà solo a febbraio. Così l'ex milanista inventa una precisa parabola su punizione e poi è ostinato nell'azione che manda in gol Dzeko. Un uno-due che risveglia gli attaccanti finiti in letargo nell'ultimo mese.
Per gli amanti delle statistiche, l'ultima del 2016 è una vittoria storica: la tredicesima di fila in casa (compreso il derby con la Lazio giocato di fatto da ospite) eguaglia l'impresa della Roma di Testaccio degli anni '30. Così come la quota 86 toccata nelle 39 gare dell'anno solare eguaglia il record di punti detenuto dallo Spalletti di dieci anni fa. Ma la notizia più importante è l'aver conservato il secondo posto in classifica e aver allungato su Napoli e Lazio.
In un Olimpico ancora con larghi spazi vuoti, gara complicata all'inizio per una Roma zeppa di assenti che attacca bene con gli esterni, ma che nel primo tempo sbatte contro il muro eretto dai clivensi, manca di precisione e concretezza sotto porta, oltre che di ispirazione da parte di un Salah evidentemente fuori forma dopo l'infortunio e un Dzeko a secco da tre partite. Il gol di de Guzman, il primo dopo 15 gare (aveva segnato con la maglia del Carpi nel marzo scorso), nato da una disattenzione fatale di Bruno Peres - che aveva scheggiato il palo su punizione pochi minuti prima -, non disunisce però la squadra di Spalletti. La punizione perfetta di El Shaarawy, arrivata a pochi secondi dall'intervallo, ridà fiducia al gruppo giallorosso che prende in mano la sfida (di fatto mai mollata dal punto di vista del possesso palla e delle conclusioni effettuate), il ritorno alla rete di Dzeko - non più capocannoniere dopo la doppietta di Icardi - che nei primi 45' aveva goffamente sprecato un'occasione.
La gara va avanti a senso unico, con il Chievo che timidamente si affaccia davanti e incassa il terzo
gol con il rigore di Perotti sui titoli di coda. La Roma va in vacanza con sei punti rispetto alla passata stagione e la convinzione di poter ancora dire la sua in vetta. Sempre che la Juve si conceda qualche altra amnesia.
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