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A Roma non si fanno male e alla fine tutti soddisfatti

La supremazia giallorossa sbatte sul muro della Lazio. De Sanctis disoccupato. Garcia si accontenta del distacco immutato dalla Juve, Reja della prova difensiva

A Roma non si fanno male e alla fine tutti soddisfatti

Roma - Vedere la Roma senza un gol all'attivo è un evento più unico che raro - era accaduto solo due volte in campionato -, il fatto che avvenga nel derby con la Lazio fa ancora più notizia. Così dopo sette anni la stracittadina della Capitale finisce senza reti. Rudi Garcia preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno («la buona notizia è il pareggio della Juve che mantiene il distacco invariato dal primo posto») ma sembra logico pensare a un'occasione persa nell'inseguimento ai bianconeri. Edy Reja - ancora imbattuto nel 2014 in campionato (tre vittorie e tre pareggi) - voleva il punto e centra l'obiettivo, potendo ora appuntare sulla giacca la simbolica medaglietta di allenatore capace di fermare sul campo amico le prime due in classifica. «C'era un problema di guidatore e non di macchina», sottolinea il patron Lotito a proposito della nuova aria portata dal tecnico friulano.

Non è stato un bel derby, la tensione è prevalsa sullo spettacolo (regalato invece dalla scenografia delle due curve, con l'eccezione ormai cronica dell'eccessivo uso di petardi), si sono visti errori anche marchiani da entrambe le parti. La Roma ha giocato meglio, soprattutto la ripresa, ma spesso in maniera leziosa soffrendo poi la mancanza di un vero punto di riferimento in mezzo all'area. Il condottiero di Nemours si è poi giocato inutilmente tutte le armi offensive a sua disposizione (l'ingresso di Destro è sembrato per altro tardivo). La Lazio ha provato a giocarsi la partita solo nei primi 45 minuti, decidendo successivamente di chiudere gli spazi - in tal senso va letto il cambio Keita-Mauri - riuscendo in un'unica occasione ad avvicinarsi alla porta di De Sanctis e dimostrando di non possedere quell'«arroganza» offensiva che le permetterebbe di essere più in alto in classifica.

«Un punto fuori casa è quasi sempre positivo - sottolinea Garcia nella pancia dell'Olimpico, e in quel quasi sempre c'è l'amarezza di due punti persi che avrebbero riavvicinato la Juve -. Abbiamo fatto una partita seria, ma per vincere bisogna essere migliori nell'ultimo passaggio, anzi nel penultimo. Non bisogna solo attaccare, bisogna anche essere più determinati davanti alla porta, come nell'occasione di Pjanic che avrebbe potuto tirare di prima». Ai punti la Roma avrebbe sicuramente meritato di più, ma il calcio non è la boxe, si deve mettere la palla dentro. E non sempre nei 90 minuti l'intensità offensiva della squadra giallorossa - che pure ha nel borsino un gol giustamente annullato a Gervinho per fuorigioco - è stata ai massimi livelli. Come sembra improvvida la frase del tecnico della Roma - ancora fermo sulla sua posizione per la frase infelice di Reja - a proposito dell'atteggiamento degli avversari: «La Lazio ha anche cercato lo scontro fisico, per intimidirci, ma non siamo caduti in questa trappola».

Niente stretta di mano distensiva fra i due prima e dopo il match, solo il rammarico di Reja che dopo essere prontamente scusato (anche con i dirigenti della Roma nel corso della settimana) dice: «Da parte di qualcuno si è un po' esagerato, il mio curriculum parla chiaro, non solo per i risultati, ma anche per i comportamenti». Meglio allora godersi il risultato. «Una grande partita difensiva contro una squadra di gran valore, loro ci hanno schiacciato cercando di arrivare anche se azioni nitide non ci sono state».

La Roma deve voltare pagina in fretta, c'è il Napoli e una finale di Coppa Italia da conquistare. «C'è rammarico perchè abbiamo avuto il possesso del gioco e non abbiamo concretizzato - così De Sanctis, ex dei partenopei -. Il mio ritorno da avversario al San Paolo? Molte volte nel calcio ci sono effetti incontrollabili che non dipendono dalle persone, ma sono fiducioso che avrò un'accoglienza positiva».

La Lazio guarda invece con fiducia al prosieguo del torneo, con l'obiettivo di un posticino in Europa.

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