Roma, rivoluzione incompiuta. Monchi lascia solo le macerie

Il ds va via dopo due anni: promesse ma senza successi Ranieri torna in giallorosso, voluto da Totti e De Rossi

Roma, rivoluzione incompiuta. Monchi lascia solo le macerie

Una piazza vuota, o comunque non più popolata del solito. La fotografia del Circo Massimo ieri era uguale a quelle scattate in qualsiasi altro giorno dell'anno. D'altronde era una giornata lavorativa come tante altre. Il proprio addio Monchi però se lo aspettava in modo diverso. «Ci vediamo al Circo Massimo», aveva promesso tempo fa ai tifosi della Roma, consapevole che proprio lì, di solito, si festeggiano i trionfi. In realtà nei suoi due anni nella capitale i giallorossi non sono riusciti a vincere nulla. Dall'euforia del giorno del suo insediamento (24 aprile 2017) alla rabbia successiva alla sconfitta con il Porto di mercoledì scorso e il vivace faccia a faccia con i tifosi: «Vi vengo a cercare uno a uno fra sei mesi». La piazza romana non si fida più di Monchi, lui è in contrasto con la società. Era contrario all'esonero di Di Francesco, non ha accettato l'imposizione dall'alto e ha deciso di rescindere consensualmente il proprio contratto.

Da un estremo all'altro, un po' come il rendimento dei suoi acquisti. Da una parte veri e propri affari come Zaniolo e Under che hanno alzato la qualità nella rosa e portato imprevedibilità, o il colpo Kolarov, che ha regalato personalità ed esperienza. Dall'altra però flop impronosticabili come Schick, il giocatore più pagato della storia della Roma (42 milioni), che non si è mai inserito in rosa, Pastore e Nzonzi che invece sono arrivati sorprendentemente scarichi e in precarie condizioni fisiche, senza mai riuscire a incidere. Con Monchi i giallorossi sono tornati in semifinale di Champions League dopo 34 anni di attesa, ma hanno paradossalmente perso posizioni nella gerarchia italiana: prima del suo arrivo la Roma era stabilmente al secondo posto in campionato, ora il Napoli ha preso il largo, con Inter e Milan che danno la sensazione di essere più avanti nel percorso di crescita. «La Roma è una delle cose più passionali che possa offrire il calcio ha spiegato ieri Monchi, che è già in trattativa con l'Arsenal me ne sono innamorato subito. C'è voluto un secondo per scegliere la Roma, sarà impossibile dimenticarla».

Il nuovo direttore sportivo della Roma, almeno fino a fine stagione, sarà Frederic Massara, precedentemente segretario generale del club giallorosso. Al posto di Di Francesco è invece arrivato (anzi, tornato, dopo l'esperienza fra il 2009 e il 2011) Claudio Ranieri, fortemente voluto da Francesco Totti, che ha firmato un contratto fino al prossimo 30 giugno (ma che potrebbe entrare in società a fine stagione se non dovesse proseguire sulla panchina giallorossa): «Sono felice di essere tornato a casa ha spiegato Ranieri Quando la Roma ti chiama è impossibile dirle di no».

Oltre al momento già di per sé delicato però il tecnico avrà subito a che fare con gravi problemi di formazione per la sfida di lunedì contro l'Empoli: oltre agli squalificati Fazio, Kolarov e Dzeko, non ci saranno gli infortunati De Rossi, Pellegrini e Manolas.

Fotografia perfetta del momento di grande difficoltà e di sconforto che si respira a Roma. Non un caso che ieri, al Circo Massimo, non ci fosse niente da festeggiare e la piazza fosse tristemente vuota e silenziosa. Nonostante quella vecchia promessa di Monchi di riempirla.

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