Un clamoroso autogol, costato al Cagliari la sconfitta a tavolino con la Roma. Ruota soprattutto intorno all'articolo 12, comma 2, del codice di giustizia sportiva lo 0-3 inflitto da Giampaolo Tosel al club sardo in una sentenza senza precedenti, ma non per questo meno limpida nelle motivazioni.
Quell'invito rivolto dal presidente Cellino ai tifosi di assistere comunque alla gara nonostante il divieto imposto dal prefetto è stato una palese violazione del codice, che impone ai club la rigorosa osservanza delle disposizioni emanate dalle pubbliche autorità in materia di pubblica sicurezza. Questa violazione ha costituito la causa diretta ed esclusiva dell'impedimento della regolare disputa della gara (lo aveva già riferito la nota del prefetto di Cagliari, costretto notte tempo al rinvio del match, ndr) e ha portato alla decisione del giudice sportivo.
Ma potrebbe non essere finita qui: gli atti sono stati trasmessi alla Procura della Federcalcio e Palazzi, dopo aver ascoltato Cellino, dovrebbe deferire per la violazione dell'articolo 1 (lealtà e probità) il patron dei sardi alla Disciplinare con il rischio di una penalizzazione per la squadra. E siccome il succitato articolo 12 parla anche di «prevenzione di atti violenti», chi non lo fa può incorrere in ulteriori sanzioni come la squalifica del campo e l'inibizione per i tesserati (nel caso del patron del Cagliari salterebbero le cariche istituzionali nel calcio).
«Avvantaggiarsi delle disgrazie altrui è da avvoltoio», ha tuonato da Miami - poche ore prima della decisione di Tosel - Massimo Cellino verso il direttore generale della Roma Baldini che aveva preso posizione, preannunciando un reclamo nel caso in cui non fosse stato riconosciuto lo 0-3. E non è mancato anche un attacco al presidente della Lega calcio Beretta per la frase sulla contemplata sconfitta a tavolino («stupisce che lui non conosca i limiti del suo ruolo e si sostituisca al giudice sportivo...»).
Resta ora da capire se il Cagliari presenterà ricorso, ci sono ancora due giorni di tempo. «Stiamo studiando le carte - spiega l'avvocato del club Mattia Grassani - ma l'ultima parola spetta al presidente». La prima linea difensiva era stata abbozzata in un comunicato precedente alla sentenza, nel quale era citato un documento dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, successivo al no della Prefettura sulle porte aperte, in cui ci sarebbe stato un sostanziale via libera all'apertura dello stadio di Quartu ai tifosi fidelizzati. In più la gara - secondo il Cagliari - era stata cancellata in anticipo dal calendario. «È il momento più triste della storia del Cagliari, una vicenda che allontana la gente dal calcio», dice con amarezza la "bandiera" dei sardi Gigi Riva. «Uno spettacolo molto triste e poco edificante, la sicurezza è una priorità e non si scherza - è l'opinione del segretario generale dell'Uefa Infantino -. L'Italia è vista da molti paesi come un modello da seguire ed è incredibile che in serie A si arrivi a questo tipo di situazione». In attesa di conoscere altri passaggi di un caso che purtroppo farà storia.
La Roma sorride anche per la squalifica di Maxi Lopez, l'attaccante della Sampdoria (avversario domani dei giallorossi all'Olimpico) reo di aver colpito con un calcio la porta dello spogliatoio degli arbitri, ai quali ha rivolto ingiurie.
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