Attenti alle facili suggestioni. Alessio Romagnoli, appena arrivato alla corte del Milan di Silvio Berlusconi, è stato paragonato nientemeno che a Sandro Nesta. Merito dell'inevitabile semplificazione giornalistica e di qualche affinità elettiva che pure esiste. È stato trasferito al Milan, al culmine di un lungo corteggiamento, è stato pagato una cifra molto consistente per un difensore considerato di questi tempi merce pregiatissima (25 milioni, pagamento in 5 rate da 5 milioni, zero bonus, riconosciuta alla Roma una percentuale sull'eventuale plus valenza in caso di cessione da parte del Milan a cifra superiore ai 25 milioni: questi i termini economici dell'affare), ha preso il 13 sulle spalle, lo stesso di Nesta per tanti anni. A Milanello è arrivato da ventenne (classe 1995, compleanno prossimo a gennaio), appena inserito e cancellato dalla lista dell'under 21 destinata in Ungheria per consentirgli di sottoporsi alle visite mediche, presupposto essenziale prima di concludere il trasferimento con le firme.
Nesta divenne rossonero a 26 anni, già conclamato il talento, la sua carriera già ricca di riconoscimenti e di qualche successo ottenuto con la Lazio. Gli venne facilissimo l'inserimento: si ritrovò al suo fianco la guida spirituale e tecnica di Paolo Maldini, poi fu raggiunto dal gigante Stam, infine toccò a lui tirare a lucido l'oro zecchino rappresentato da Thiago Silva. Coppia formidabile quest'ultima, inferiore solo e soltanto al mitico duo Franco Baresi-Costacurta che infiniti trofei addusse alla patria. Al primo anno Nesta vinse la Champions (calciando uno dei rigori decisivi di Manchester) e la coppa Italia. Di lui disse un giorno Ancelotti: «È un fuoriclasse assoluto, ha un solo limite, nel gioco aereo» senza provocare uno stranguglione all'interessato.
Romagnoli è tutta un'altra storia. Solo Sinisa Mihajlovic, che alla Lazio giocò al fianco di Nesta, potrà dirci, con cognizione di causa, tra qualche tempo, quali siano i punti in comune tra i due. Lui ne ha chiesto l'arrivo ufficialmente perché «è l'unico difensore centrale di piede sinistro», para amigos perché è convinto che non ci sia in circolazione un altro giovane, difensore italiano, della stessa levatura. E toccherà proprio al tecnico coltivarne il talento, affinarne il mestiere, fare in modo che il grande investimento approvato da Silvio Berlusconi («il nostro è un mercato sontuoso» parole di Adriano Galliani) possa dare quel risultato che è soprattutto la fine di un incubo (la difesa colabrodo, 50 i gol subiti nella passata stagione) per i tanti sudditi del Diavolo che han vissuto di nostalgia canaglia dopo la partenza del brasiliano per Parigi.
Toccherà anche al Milan fare di Romagnoli un possibile Nesta, perfezionando l'organizzazione difensiva, mettendolo in guardia, come ha fatto ieri Di Biagio dai rischi che quella cifra enorme pagata alla Roma comporterà.
«Ogni volta che sbaglierà un semplice passaggio gliela rinfacceranno» ha anticipato il ct dell'under 21. E non è andato lontano dalla realtà. Romagnoli non è Nesta anche se un giorno potremo dire tutti insieme che di testa è più forte Alessio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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