Garcia allena però è esonerato Non c’è la firma ma c’è Spalletti

L'ennesima rivoluzione americana è pronta. E ieri notte il primo passo dovrebbe essere stato compiuto a Miami: il ritorno di Luciano Spalletti sulla panchina della Roma dopo quasi sei anni e mezzo e un bilancio nella Capitale di due Coppe Italia, una Supercoppa italiana e tre secondi posti

Garcia allena però è esonerato Non c’è la firma ma c’è Spalletti

L'ennesima rivoluzione americana è pronta. E ieri notte il primo passo dovrebbe essere stato compiuto a Miami: il ritorno di Luciano Spalletti sulla panchina della Roma dopo quasi sei anni e mezzo e un bilancio nella Capitale di due Coppe Italia, una Supercoppa italiana e tre secondi posti. Solo il boemo Zdenek Zeman, in tempi recenti, ha potuto vantare due esperienze differenti alla guida dei giallorossi, anche se il record resta del grande Nils Liedholm che ha allenato la Roma in quattro periodi diversi tra il 1974 e il 1989.Oggi, salvo clamorosi quanto improbabili imprevisti, arriverà la nuova svolta a Trigoria, con il quinto allenatore in cinque anni di gestione a stelle a strisce. Ma ieri si è vissuta una situazione paradossale e obbligata, figlia delle incertezze di un club dove chi comanda (o dovrebbe farlo) sta a moltissimi chilometri di distanza: un tecnico di fatto già esonerato, Rudi Garcia, che in assenza di una comunicazione ufficiale della società ha diretto regolarmente - nell'imbarazzo generale e dello stesso francese - i due allenamenti giornalieri della squadra senza ancora svuotare il suo armadietto; il nuovo allenatore in pectore, Luciano Spalletti, dopo la riunione notturna con il ds romanista Sabatini nella quale è stato raggiunto un accordo di massima per un contratto di diciotto mesi, che intanto si imbarcava su un aereo diretto negli Usa per mettere nero su bianco con il patron Pallotta. Chiudendo una vicenda diventata quasi kafkiana con due anime (una americana, l'altra italiana) all'interno della società che da tempo non riuscivano a mettersi d'accordo sul modo in cui voltare pagina.Finita o quasi l'era di quello che doveva essere il Ferguson della Roma (parole del presidente oltre un anno fa, quando l'idillio con Garcia era ancora ai massimi livelli), è arrivata la difesa del francese da parte della compagna Francesca Brienza, giornalista di Roma Tv, l'emittente del club. Una difesa di una donna innamorata, certo, ma che conosce anche bene la piazza nella quale un giorno si è eroi e un altro cadi nella polvere e nel dimenticatoio. «A Roma si cambia idea troppo in fretta - così la Brienza -. Prendete il caso di Luis Enrique, che ora è stato celebrato come migliore allenatore, questa è la legge del contrappasso. Lo stesso Spalletti che richiamiamo con tanta veemenza è lo stesso che volevamo mandare via anni fa. Io ho vissuto un altro mister, un Garcia che ha amato la sua squadra in ogni momento e non ha mai voluto prendere in giro nessuno perché persona eticamente corretta. Onore a chi verrà». Probabilmente Spalletti, che ha un volo prenotato per Fiumicino in arrivo verso l'ora di pranzo di domani.

Quando presumibilmente comincerà la sua nuova avventura (il remoto piano B prevederà una trattativa con l'ex ct del Cile Sampaoli). Una cosa è già certa: la Roma americana, che voleva tagliare i ponti con il passato e portare una rivoluzione culturale nel nostro calcio, non è ancora riuscita nell'impresa.

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