Il sabato del Var e degli azzurri ancora choccati

di Tony Damascelli

S abato da var. Risultati avariati da decisioni tecnologiche nel derby di Roma, la prima diversa dalla seconda (valutazione il fallo di Bastos-rilevazione il braccio di Manolas), una da microscopio, quella del San Paolo, tra Napoli e Milan; Doveri conferma di avere il coraggio di Don Abbondio già esibito durante Udinese-Juventus, l'off side di Insigne verrà discusso a lungo, quello di Zelinski non ha nemmeno visto l'intervento del Var, infine il mani di Koulibaly in area si presta a discussioni, a conferma che l'arrivo del Var non ha affatto cancellato le polemiche. Totale, Napoli sempre primo, uguale a se stesso, Milan più che dignitoso ma in attacco fragile come un vaso cinese (che coincidenza) e jellato per il ko di Suso, il solo genio rossonero, il gol finale di Romagnoli accentua la rabbia.

All'Olimpico si è giocato il derby del sorpasso, la Roma ha superato la Lazio in campo e in classifica, partita bloccata, non dalla paura ma dalla coscienza dei propri limiti e il rispetto dell'avversario. Derby senza zuffe o provocazioni come negli anni passati, fumo tossico allontanato dalla celebrazione commovente di Gabriele Sandri.

Nota non marginale ma sicuramente significativa: i reduci e sopravvissuti dall'eliminazione azzurra sono sembrati tutti sotto tono e sfasati: De Rossi anonimo, Florenzi sgonfio e per di più infortunatosi al ginocchio, El Shaarawi impalpabile, Parolo inesistente e nervoso, Immobile egoista e in tensione eccessiva, un gol in off side e il rigore, stop, non altro. Sarà una coincidenza ma non è da escludere che l'onda d'urto della compagnia Tavecchio&Ventura potrebbe trascinarsi a lungo nella comitiva azzurra, vedremo prossimamente su questi campi. La Roma è sembrata più convinta e determinata, in breve più forte, il solito Nainggolan nuovamente uomo ovunque e Perotti che è una zanzara tigre, magnifico nell'esecuzione del penalty, rispolverando la camminata assassina di un suo compatriota, Rubén Ayala, attaccante dell'Atletico di Madrid e dell'Argentina. Ha vinto Di Francesco ma non significa che abbia perso Inzaghi.

La Lazio ha smarrito di colpo, nella giornata meno

ideale, i suoi riferimenti, Luis Alberto e Milinkovic-Savic, lenti e in ritardo nella fase di recupero e ha pagato le continue gaffes difensive dell'angolano Bastos.

Oggi in programma altre Var. Chiedo scusa, altre partite.

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