L'unica. Perché l'Argentina si presenta al ballo delle semifinali con cinque successi su cinque, è la sola tra le quattro rimaste in corsa ad aver vinto sempre. Senza entusiasmare, ma cinica nel costruire il suo percorso verso il sogno di conquistare la Coppa in casa della rivale.
L'INFORTUNIO Anche l'albiceleste deve fare i conti con un grave ko. Anzi due, dopo Aguero ecco il crac di Di Maria, l'Angel salvatore contro la Svizzera, ha fatto in tempo a servire l'assist involontario a Higuain. Poi i muscoli hanno tradito l'ala Real e aperto per Sabella un pericoloso bivio.
LA STELLA Facile Messi, con un ma. I quattro gol, tutti nel girone eliminatorio, sono quasi il minimo sindacale. La verà novità della pulce versione brasiliana, è un'altra. Dagli ottavi si è messo al servizio del gruppo: la trasformazione dell'Argentina da Messi più dieci in una squadra. Sabella l'ha subito sottolineato dopo la vittoria contro il Belgio. In cui Leo ha sbagliato davanti al portiere. L'unica cosa che non deve perdere, il senso del gol.
LA STATISTICA E per vincerle tutte l'Argentina ha scelto una strada precisa: sempre all'attacco. Sono 280 gli «attacchi» portati agli avversari in cinque partite, ma hanno prodotto appena sette gol. Però adesso s'è svegliato Gonzalo Higuain e i conti potrebbero iniziare a tornare: il Pipita si è sbloccato contro il Belgio dopo che nel 2014 non era ancora riuscito a segnare in nazionale.
L'ALLENATORE Sabella si deve arrangiare, oscurato dalla presenza di Messi. Molti sostengono che la Pulce abbia imposto scelte e poi anche il modulo di gioco, il 4-3-3. L'allenatore fa finta di nulla continua nell'esaltazione del suo «10» e ora deve decidere come sostituire Di Maria.
LA STORIA Mossa che a questo punto del torneo non ammette errori.
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