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Salvini: "Club di A paghino per l'ordine pubblico". Cairo non ci sta

Il ministro Matteo Salvini ha proposto che siano i club di Serie A ad occuparsi della gestione dell'ordine pubblico attraverso un prelievo del 5/10% sugli incassi. Ma le società non sono d'accordo. Cairo: "Paghiamo già gli steward"

Salvini: "Club di A paghino per l'ordine pubblico". Cairo non ci sta

"Il 5/10% dell'incasso dei biglietti delle partite sia utilizzato per la gestione dell'ordine pubblico dentro e fuori dagli stadi" - "Paghiamo già gli steward". Botta e risposta tra Matteo Salvini e Urbano Cairo. Dopo la proposta del ministro dell'Interno di un nuovo emendamento al decreto sicurezza al fine di sgravare lo Stato dalla spesa per il pagamento degli straordinari ai poliziotti in occasione delle partite di calcio, il presidente del Torino non ci sta e spiega che la sua società sostiene già costi di servizio.

"Chiederemo che le società di calcio destinino tra il 5 e il 10% dell'incasso dei biglietti alla gestione dell'ordine pubblico" anche fuori dagli stadi: "Non è giusto che siano solo gli italiani a pagare". Lo ha detto ieri Matteo Salvini durante una diretta Facebook. Secondo il ministro, dovrebbero essere le società a pagare le spese per le forze dell'ordine impiegate fuori dagli stadi. A rispondere al segretario leghista è stato il presidente del Torino, Urbano Cairo: "Vediamo la legge e poi valutiamo. Posso dire che i club già investono in sicurezza, e non poco, con gli steward. Il Torino - ha spiegato il presidente di Rcs - incassa durante l'anno circa 5 milioni. Senza contare che per la sicurezza paghiamo gli steward, sono costi di servizio che già vanno oltre quella soglia".

La proposta di Salvini riprende un'idea già lanciata nel 2014 dall'ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Nel 2014 - come scrive la Gazzetta dello Sport - "fu approvato un emendamento al decreto sicurezza in base al quale i club avrebbero partecipato alle spese per gli straordinari degli agenti di polizia, con un prelievo tra l'1 e il 3% degli incassi da biglietteria, stimato tra i 2 e i 6 milioni all'anno". Una cifra comunque insufficiente per coprire i costi annuali di gestione dell'ordine pubblico al di fuori degli impianti sportivi, stimati "tra i 10 e i 20 milioni di euro". Nel 2014 il decreto fu convertito in legge, ma per l'entrata in vigore delle nuove misure ci sarebbe stato bisogno di un regolamento emanato dalla presidenza del Consiglio "per stabilire chi dovesse pagare" e per "precisare l'entità del contributo a carico delle società di A e B".

Ma alla fine non fu emanato nessun regolamento.

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