Sognava l'oro al collo come regalo di nozze (sposerà la collega Veronica Calabrese, a Londra come commentatrice Sky, tra poche settimane), è rimasto di bronzo. Ma alla fine Mauro Sarmiento, sceso di un gradino rispetto all'argento di Pechino 2008, ha comunque sorriso. Sfogando la gioia con un simpatico balletto, mimando il gesto della culla per la bambina in arrivo (si chiamerà Sofia e nascerà a gennaio), facendo piangere Veronica al microfono in diretta. Di nuovo sul podio dopo quattro anni e non importa se la medaglia ha un colore e un valore diverso. «Nella mia categoria sono tra i più vecchi, tanti ragazzini si stanno facendo strada e restare ai vertici è sempre più difficile», il commento prima della gara di Sarmiento.
Peccato per quella disattenzione in semifinale, quando a un soffio dalla sirena, si è fatto sorprendere dallo spagnolo Garcia Hemme. Il ragazzone di Casoria non aveva combattuto al meglio, aveva osato poco. Lo ha sottolineato più volte anche dopo la sconfitta la fidanzata Veronica durante l'animata telecronaca sul canale satellitare. Mauro è riuscito però a raccogliere le forze mentali e fisiche (aveva preso una brutta botta al ginocchio contro l'iberico) per sfidare e battere l'afghano Bahawi. Un avversario alla sua portata, nonostante avesse fatto fuori al primo turno un altro dei favoriti, il marocchino Chernoubi. E lui sin dall'inizio è partito determinato: colpo al mento dell'afghano con il tallone vanificato dal ricorso accettato (incredibile!) dai giudici, sicure parate sulle azioni non certo irresistibili dell'asiatico, poi nel terzo round fa valere la differenza tecnica e di centimetri e con due colpi precisi al bersaglio ottiene il 4-0 che muove ancora il medagliere azzurro sul tatami.
Brillante il cammino del 29enne campano sin dal mattino: vittoria senza problemi (5-1) all'esordio con Abduraim, rappresentante del Kyrgyzstan, il successo nei quarti ottenuto in extremis (mancavano 13 secondi al termine del terzo round) contro il numero uno del tabellone, l'azero Azizov terzo ai Mondiali 2011 e argento agli ultimi Europei. Poi l'errore fatale con lo spagnolo e la finale di consolazione che regala il bronzo e la conferma ad alti livelli dell'atleta campano, tesserato per il gruppo sportivo dell'Esercito. «Volevo vincere per annunciare la nascita di mia figlia con un successo, ma va bene lo stesso - così Sarmiento -. Il taekwondo è la mia passione e poi mi ha dato la possibilità di conoscere Veronica». Che ha avuto la fortuna a Londra di commentare la sua medaglia. «La dedica? A Sofia, a Veronica e alle nostre famiglie», sottolineerà Mauro.
Tanti i momenti difficili nell'ultimo anno: la maledizione dei quarti ai Mondiali e agli Europei, le soddisfazioni tardavano ad arrivare. Si era preparato con uno stage a Jionju, in Corea del Nord, i dettagli li ha definiti in palestra con il ct Yoon Soon Cheul. Con il quale si è anche arrabbiato durante il primo incontro, quando l'allenatore degli azzurri ha chiesto di ricorrere alla moviola per un colpo giustamente (e Mauro lo sapeva) non assegnato al ragazzone campano.
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