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Il Sassuolo da record viaggia a ritmo Juventus

Il Sassuolo da record viaggia a ritmo Juventus

SassuoloSembrava tutto merito di Fulvio Pea, l'ex allievo di Josè Mourinho, invece Eusebio Di Francesco sta facendo persino meglio. Il Sassuolo quest'anno in serie B è partito esattamente al ritmo della Juve di 6 anni fa, con 8 vittorie e un solo pareggio, in casa con l'Ascoli, ieri ha rifilato 4 gol al Varese nella sfida al certice. Segna l'esterno Gazzola, da un paio d'anni già da serie A, la squadra lombarda attacca, coglie una traversa con Ebagua, batte anche 5 corner di fila, eppure la miglior difesa d'Italia resiste, con sole 3 reti subite in 9 gare. Nel finale Terranova il difensore centrale realizza il suo terzo rigore, arrivano il primo gol da professionista di Chibsah e la prima rete stagionale di Catellani. Finisce con un trionfo: quattro a zero.
Il patron Giorgio Squinzi aveva decurtato il budget del 60%, contestando l'eliminazione ai playoff della scorsa stagione, contro la Sampdoria, il giorno del raduno aveva dichiarato in vendita la società, adesso da presidente di Confidustria si gode questo gioiello di economia, ma in caso di serie A è pronto a investire 10 milioni. «Vorrei vincere a San Siro, contro il Milan del mio cuore o l'Inter».
Il Sassuolo accarezzò la promozione tre volte, calando regolarmente a primavera nonostante gli studi del centro ricerche Mapei Sport di Castellanza, quelle tabelle di allenamento portarono la squadra ciclistica a vincere tutto, ora se ne serve il Sassuolo. Il terzo posto di maggio era stato autografato da Pea, che nel finale di campionato aveva urlato al tradimento: «Qualcuno aveva fatto la spia, anticipando alla Sampdoria le mie mosse». Fosse arrivata la promozione a giugno, Squinzi avrebbe assunto la presidenza di persona, cambiando tutto, così ha scelto la continuità, con il presidente Carlo Rossi e il ds Bonato, disfandosi del tecnico rampante. Di Francesco ha migliorato persino la partenza di Allegri, 4 successi iniziali quando portò il Sassuolo in B: dell'epoca sono rimasti il portiere Pomini, allora riserva, il capitano Magnanelli, che due anni fa disse no al Torino, vera bandiera nel distretto emiliano delle ceramiche, e Masucci, infortunato. «Per un tecnico arrivare ai risultati attraverso il gioco è il massimo - riflette Eusebio Di Francesco, 43 anni, titolare nella prima Roma di Zeman ma esonerato al debutto in A, dal Lecce -. I segreti sono compattezza e predisposizione al lavoro. E possiamo ancora migliorare».
Il cannoniere Gianluca Sansone è passato al Torino, dove ancora deve segnare, il debuttante Leonardo Pavoletti è stato in testa ai marcatori con 5 gol. Cresciuto nell'Armando Picchi Livorno, in giardino ha un maialino vietnamita nero. «E' il mio portafortuna - racconta -, l'anno scorso a Lanciano ho segnato 17 gol, vincendo i playoff di Prima Divisione». A Domenico Berardi, 18 anni, sono bastati una rete e due assist per finire nel taccuino del Manchester United, ieri a seguirlo c'era Angelo Gregucci, fra i vice di Mancini al City. E' molto fruttifero il filo diretto con la Juve, che tramite l'ex ds Giovanni Rossi ha mandato in prestito i ghanesi Boakye e Chibsah, l'altro straniero è il centrocampista Valeri, titolare al Mondiale nell'Australia. Peraltro i neroverdi sinora sono stati gli unici a impiegare in una partita tutti e 14 italiani, contro il Vicenza.

Il problema restano i tifosi, il paese ha 45mila abitanti, ma a centinaia tengono anche lì per l'arrembante Modena, lo stadio Ricci non è mai stato adeguato alla B e al Braglia modenese ai 1500 abbonati non si abbinano più di altrettanti paganti. Sembra la storia di Chievo e Verona.

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