Da Scarpa d'oro a untore. L'ossessione Champions dell'Immobile "liberato"

Il balletto dei test e le gare saltate, ora Ciro c'è. La punta candidata per il Globe Soccer Award

Da Scarpa d'oro a untore. L'ossessione Champions dell'Immobile "liberato"

L'ultimo tampone negativo dopo l'esame della Synlab, il laboratorio dell'Uefa, ha messo la parola fine al periodo da incubo di Ciro Immobile. L'attaccante della Lazio aveva già visto la fine del tunnel dopo il buon esito del sesto tampone in dieci giorni, con il via libera medico per tornare in gruppo e giocare (oltre che segnare sotto il diluvio) a Crotone. «Negativizzato» definitivamente dal virus: era da fine ottobre che il bomber laziale si trascinava la reattività al gene N, quello legato al Covid ma che di fatto non lo rende un paziente contagioso né infetto.

Da quello stop inflitto dalla Uefa prima di Bruges-Lazio sono state settimane di inferno per Immobile, trascorse tra un'apparizione - con strascico di polemiche - nella gara con il Torino, lo strano balletto dei risultati dei test che lo ha reso un vero e proprio caso da studiare in questo periodo complicato, l'isolamento domiciliare di dieci giorni, gli attacchi personali e infine le rinunce dolorose: niente campo, niente partite con Lazio e Nazionale. E soprattutto niente contatti con la famiglia, dura per chi ha messo sempre al primo posto la moglie e i figli, o con gli amici per non rischiare nulla. Proprio Jessica lo ha difeso sui social, dove è attivissimo anche il calciatore: «Mi sono stancato di ingoiare accuse ingiuste, parlare dell'uomo Ciro prima di consocerlo mi ha mandato su tutte le furie», l'ultimo sfogo su Instagram.

Dopo essere finito, suo malgrado, nel tritacarne dell'inchiesta federale sulla Lazio e la vicenda tamponi, stasera all'Olimpico contro lo Zenit tornerà ad assaporare il gusto delle notti di gala con la musichetta della Champions. E dove attaccanti del suo calibro si esaltano, come è accaduto contro il Borussia Dortmund oltre un mese fa quando timbrò il gol che aprì la strada al prestigioso successo europeo. Se lo immaginava così il suo ritorno sul palcoscenico di Coppa, lui che in Champions vanta ora 5 reti in 10 gare e 554 minuti e che portava in dote quella Scarpa d'Oro strappata a Lewandowski. Ma che ha vissuto situazioni spiacevoli in quest'inizio stagione, ancora prima della battaglia con il Coronavirus pur senza sintomi: il rosso contro l'Inter per la «sceneggiata» di Vidal o le critiche feroci piovute addosso quando ha vestito la maglia della Nazionale (è stato difeso persino dall'ex capitano della Roma Florenzi).

La vigilia con lo Zenit è stata vissuta con la notizia della nomination nella sezione di miglior giocatore dell'anno ai Globe Soccer Awards, che verranno assegnati il 27 dicembre a Dubai. Insieme a lui i marziani Messi e Ronaldo, il solito Lewandowski, Gnabry, Mané, Marquinhos e Benzema. Ma prima dovrà pensare alla Champions. «Stasera voglio l'approccio giusto e gli ottavi», così Inzaghi che regalerà al portiere Reina la 174ª gara europea, raggiunto Paolo Maldini.

Sullo sfondo il caso Luis Alberto dopo il suo commento al vetriolo sul nuovo aereo del club, parole delle quali si è subito scusato. Il giocatore è subito rientrato in gruppo, ma la vicenda ha fatto litigare il direttore tecnico Peruzzi, il presidente Lotito e il ds Tare: il giocatore rischia di finire sul mercato a gennaio.

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