Lo sci piange un altro talento. Matteo non ce l'ha fatta

Franzoso si è arreso dopo la brutta caduta in Cile. A ottobre dell'anno scorso era morta Matilde Lorenzi

Lo sci piange un altro talento. Matteo non ce l'ha fatta
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Non compirà oggi 26 anni, ma ha atteso che la sua famiglia prima il fratello Michele, poi mamma Olga e papà Marcello - arrivasse in Cile in quella stanza d'ospedale dove ha lottato fino all'ultimo salto, verso un destino ingiusto. Matteo Franzoso è morto. Il mondo dello sci e dello sport piange un ragazzo che aveva tanti sogni che si sono infranti su una pista di La Parva. Troppo gravi le conseguenze di quella caduta finita oltre le reti contro una staccionata paravento e valanghe; troppo profondo il trauma cranico; troppo esteso quell'ematoma. Franzoso non si è mai ripreso dopo l'impatto e quell'atterraggio troppo violenti. I suoi occhi hanno inquadrato quel cielo agli antipodi da cui aveva ingranato la marcia che sperava lo potesse portare anche alle Olimpiadi, la grande chance italiana per chi, come lui, aveva atteso e faticato tanto per un posto in squadra. Poi su un salto beffardo quegli occhi si son chiusi per sempre così, nella brezza di un inverno australe.

I medici della clinica di Santiago dove è arrivato, intubato ed elitrasportato, hanno tentato l'impossibile, restando in costante contatto con i medici della Federsci italiana, sia quelli suo posto, sia Andrea Panzeri a capo della commissione medica. Matteo, però, era già altrove. "Ha affrontato male il primo salto del tracciato di allenamento, finendo sbalzato in avanti verso due file di reti che ha oltrepassato, sbattendo poi contro un ostacolo a 6-7 metri oltre il tracciato": questa la dinamica che gli allenatori sussurrano fra le lacrime. "Solare, sorridente e gentile, era con noi dal 6 settembre", ricordano i compagni che, da sabato, hanno sospeso gli allenamenti per stare vicino all'ospedale e al compagno. Oggi Casse, Schieder, Bosca, Innerhofer, Alliod, Molteni, Abbruzzese, Franzoni con capitan Dominik Paris sono attoniti e non trovano altre parole che non suonino vuote ed inutile.

Franz era di Genova, ma il suo talento, così come quello del fratello più giovane di due anni, aveva indotto i genitori a trasferirsi a Sestriere. Scelta logica per tanti liguri innamorati della neve. Al Colle Michele è diventato maestro di sci, Matteo era cresciuto nello sci club locale fino ad entrare nella famiglia delle Fiamme Gialle. A livello giovanile, Franzoso era stato quarto in discesa ai Mondiali junior di Narvik, nel 2020. Aveva esordito in coppa Europa il 13 dicembre 2017, vincendo nel 2021 il superG svizzero di Zinal. Grazie a quel risultato aveva debuttato, fra i big, sulla Saslong di Val Gardena, disputando, da allora, nel massimo circuito 17 gare nelle quali ha fatto registrare due risultati in top 30, coronati, nel 2023, dal titolo italiano nella combinata. L'ultima partenza in Coppa a Kvitfjell a marzo.

Poi, grazie anche a un turnover e a un prossimo cambio generazionale nella squadra degli uomini jet, era arrivata anche la convocazione in Sudamerica alla vigilia dell'anno olimpico. Lui che a Torino 2006 era troppo piccolo per sognare in grande, i prossimi Giochi li aveva sognati tante volte. Ora, va Franz, e scia dove non servono medaglie per essere campioni.

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