A Napoli straparlano di complotto del nord secondo antica e nobile tradizione ma è vero esattamente il contrario. Il complotto - contro l'interesse per la conquista dello scudetto - è del Napoli che sta praticando un altro sport e giocando un torneo tutto suo nel quale può solo puntare a eguagliare qualche altro record precedente (Conte con oltre 100 punti). A parziale conferma c'è la classifica del 2022 che esprime la vera tendenza dell'anno: Napoli con punti 81, Milan con 77, Inter con 68 e Juventus con 67. E allora proviamo a capire se le tre inseguitrici hanno solo luci abbaglianti e non invece lamentano ritardi clamorosi e perfomances da migliorare.
MILAN Precedenza ai campioni d'Italia, arrivati all'ultimo atto con il fiatone smarrendo per strada 5 punti con rivali considerati poco impegnativi (Torino e Cremonese) che hanno invece ingigantito il distacco dal Napoli (meno 8) già indirizzato dallo scontro diretto perso a San Siro. Pioli ha pagato a caro prezzo le vitamine spese per centrare gli ottavi di Champions, più alcune assenze (ricambi sul binario di destra più il portiere Maignan) e recuperato solo nel finale qualche utile risorsa (Dest, Vrankx) proveniente dal mercato estivo. Resta il grave deficit marcato da Origi e CDK, scelta che ha pure alterato l'equilibrio passato garantito dal 3/4ista alla Kessiè. Solite aspettative sul conto di Ibra: sposterà ancora equilibri? La risposta a fine gennaio.
JUVENTUS Da domenica sera risultano in fuga i super-critici di Max Allegri: tutti spariti dalla circolazione, oppure nascosti in qualche anfratto. La verità è quella declinata fin dall'inizio della stagione: con il gruppo al completo la Juve è una squadra che può competere, senza invece, finisce col disperdersi come una provinciale di lusso. E non ha ancora avuto a tempo pieno oltre a Chiesa, Di Maria e Pogba, i due pilastri del suo mercato. Con un faticoso rammendo tattico (difesa a 3 fissa), Allegri ha ricostruito la vecchia solidità: 6 partite senza subire gol, mica poco però. È l'unica speranza per Milan e Inter perché ha due scontri diretti col Napoli da giocare nel 2023.
INTER Un paio di contraddizioni vivono in altrettanti numeri. Il primo: Simone Inzaghi ha collezionato 6 successi nelle ultime 7 sfide (perso solo a Torino contro la Juve) dopo aver collezionato 5 sconfitte negli scontri diretti. Il secondo: le reti subite sono 22 di cui 18 fuori casa e soltanto 4 a San Siro. Ecco allora le prime ombre: in difesa il rendimento di Skriniar è calato insieme con quello di De Vrij, mentre è salito vertiginosamente Dimarco da quinto, non da terzo al posto di Bastoni. Non banale la scelta tardiva di cambiare gerarchia tra i portieri con Onana preferito ad Handanovic.
Spettacolare il contributo di Dzeko e Calhanoglu in assenza dei due perni centrali, Lukaku e Brozovic. Molto si deciderà già il 4 gennaio a San Siro nella sfida col Napoli. Motivo? Semplice: con 5 scontri diretti già persi, ogni ambizione di scalare la classifica e guadagnare lo scudetto diventerebbe pia illusione.
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