Se un anti-bomber risolve il derby

Balzaretti, Gottardi, Yanga Mbiwa: eroi a sorpresa e già nella storia

Federico Malerba

Dopo un po', quando inizi a perdere il conto di quanti ne hai visti, i derby te li ricordi per un particolare: un risultato eclatante, un arbitraggio, un evento atmosferico; più spesso per un marcatore decisivo. Se poi il goleador è decisamente insolito, uno che mai ti saresti aspettato e che mai più si è ripetuto, allora ci sono buone possibilità che quel derby rimanga davvero indimenticabile.

Di «carneadi» che hanno deciso le stracittadine ce n'è dappertutto e Roma non fa eccezione. In tempi più recenti se ne sono visti soprattutto sulla sponda giallorossa, e non solo perché la Lazio non vince più dal 26 maggio 2013. A rimettere «la chiesa al centro del villaggio» - per dirla con Rudi Garcia - fu l'unico gol da romanista di Balzaretti e Yanga-Mbiwa finì il lavoro due anni più tardi quando i biancocelesti avevano già messo la freccia per un sorpasso da Champions: qualche settimana dopo il francese tornò a casa e quella resta la sua unica, pesantissima, rete segnata in Italia.

Ma dal 2008 al 2011 altri tre comprimari erano entrati nel cuore dei tifosi. Julio Baptista era arrivato dal Real Madrid con un soprannome impegnativo: «la Bestia». Bastarono due mesi di prestazioni dimenticabili per trasformarlo in «Giulio er barista», ma quando un suo colpo di testa piegò la Lazio di Zarate nessuno aveva più voglia di sfotterlo. Gli altri sono Cassetti e Fabio Simplicio: il primo risolse di stinco un derby che lanciò Ranieri all'inseguimento di Mourinho, l'altro mise la firma sul 2-1 in una sfida di Coppa Italia dell'anno dopo.

Per trovare dei corrispettivi laziali bisogna tornare più indietro. Ci sarebbe Mutarelli, che con il gol del 3-0 nel 2006-07 regalò alla Lazio il successo più rotondo di sempre. Ci sarebbero Bertoni e Di Mauro (romano ed ex romanista) che andarono a segno in due dei tanti pareggi dei primi anni '90, ma sicuramente le «mascotte» che i laziali ricordano con più affetto sono Castroman e Gottardi.

L'argentino impedì che la Roma festeggiasse lo scudetto del 2000-01 proprio vincendo il derby: la squadra di Capello stava per volare a +8 sulla Juve a cinque giornate dalla fine quando un suo rasoterra al 5' di recupero fissò il 2-2 finale.

Lo svizzero fece vincere la prima Lazio di Eriksson per la quarta volta su quattro contro l'ex Zeman. Se avesse segnato in un derby normale anche Lulic sarebbe potuto rientrare in questo elenco: del campione non ha né piedi né curriculum, ma l'importanza del suo gol che ha deciso una coppa Italia è fuori categoria.

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