A qualcuno la quarantena è servita. Per migliorarsi. Scoprendo di avere qualità magari inaspettate. Il che, pure a livello di carriera, potrebbe giovargli. A Monaco, col Bayern, Diego Flaccadori ha intrapreso quello che il sito della società tedesca ha definito un «miraculous journey into ambidextria». Un viaggio miracoloso verso l'ambidestrismo: niente di meno che. In realtà, di sovrannaturale non c'è nulla: semplicemente, il ragazzo di Seriate classe 1996, miglior Under 22 della serie A per tre stagioni di fila, dal 2016 al 2018 ha scoperto di sapere fare canestro anche con la mano sbagliata.
Intendiamoci: qui non si sta parlando di situazioni dettate dal gioco, quelle in cui qualunque cestista di buon livello sa utilizzare la mano meno preferita. Qui, il buon Flack ha proprio scelto di cambiare la mano di riferimento: dalla sinistra alla destra, come se fosse la cosa più naturale del mondo. E quindi: presentatosi in lunetta nel corso del match contro il Crailsheim (la Bundesliga ha ripreso il suo cammino), il ragazzo che ha scoperto la serie A con Trento ha effettuato il movimento di tiro con la mano destra. Due su due e amici come prima. Un caso? No. Poco dopo, tripla a segno: di destro, ancora. «Ho cambiato, mi sono trovato bene e ho insistito ha poi raccontato - Spero di segnare parecchio, così. È stato facile: in passato non avevo mai avuto modo di provare a tirare con continuità con la destra. Ho utilizzato i mesi di sosta per mettermi alla prova e i risultati sono stati incoraggianti: andrò avanti così».
Insomma: non è stato un caso né una scommessa. Ma il frutto di un lavoro individuale cominciato poco dopo la sospensione della stagione. Prima a basse dosi (30 tiri per volta), poi in sessioni di mezzora. «La fiducia è cresciuta con il passare dei giorni»: 500 tiri, prima dalla media distanza e poi anche da dietro la linea dei 6,75 metri. Lui ed Emilio, coach dedicato al lavoro one-to-one. Mentre il resto dello staff osservava. «Al momento la percentuale di realizzazione non è così importante il commento di Oliver Kostic, suo attuale coach - La cosa interessante è che la sua meccanica di tiro è decisamente migliorata». Più compatta. E quindi più veloce. Meno facilmente arginabile. Non resta che insistere, insomma. Strabuzzando un po' gli occhi, anche: «Gli allenatori lo hanno incoraggiato, lui ha fatto bene a provare così Peppe Poeta, suo ex compagno a Trento - Se ha più sensibilità con la mano destra, ne avrà beneficio».
Anni fa, a fine carriera, anche Riccardo Pittis
(all'epoca alla Benetton Treviso) aveva fatto una scelta analoga: il suo essere diventato mancino era però stato reso necessario da un problema alla mano destra diventato cronico. Nulla a che vedere con la scelta di Flaccadori.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.