Seedorf dovrà fare dalla panchina la magia che contro la Juve gli è riuscita sovente da giocatore

Ci sono anniversari da festeggiare con piacere, altri che se solo si potesse si salterebbero a pie' pari sul calendario. Quello che ricorre in casa Milan tra due giorni appartiene sicuramente ai secondi: un anno senza battere una cosiddetta “grande” del campionato. L'ultima volta il 2 marzo dell'anno scorso, un rotondo 3-0 alla Lazio che diede slancio alla rimonta Champions. Poi solo delusioni lunghe undici partite. Nello specifico il bilancio di questa stagione è da lacrime e sangue: due pareggi casalinghi con le romane, due ko netti con il Napoli, il “sacco” viola il giorno dei morti, il tacco di Palacio nel derby di Natale e la rimonta della Juventus all'andata.
Proprio la Signora domenica sarà di scena a San Siro. Forse l'avversario più stimolante per mettere fine a una serie che fa arrossire il piccolo diavolo. Con la capolista nelle ultime due stagioni tanti dispiaceri: un campionato perso due anni fa e due eliminazioni in coppa Italia. Da quando sulla panchina bianconera c'è Conte il Milan ha vinto solamente una volta, la scorsa stagione (novembre 2012) gol di Robinho su rigore, per il resto cinque sconfitte e due pareggi (tra cui l'1-1 del gol fantasma di Muntari) tra campionato e coppa Italia.
È il lascito di Allegri: adesso c'è Clarence Seedorf, il castiga Signora. Perché da giocatore ha fatto spesso piangere i bianconeri. Due Champions vinte (Real e Milan, coi rossoneri sbagliò uno dei rigori finali) e otto gol rifilati tra Sampdoria, Real, Inter e Milan. Alcuni straordinari come quello in nerazzurro (il famoso 2-2 nell'anno del 5 maggio). E la Juve spesso ha vinto quando lui non c'era: lasciò l'Ajax e i bianconeri l'anno dopo vinsero la Coppa Campioni contro i lancieri, Cuper lo tenne in panchina 90' contro la Lazio il 5 maggio… e Allegri lo utilizzò col contagocce nella stagione del primo scudetto di Conte. Forse anche per questo Berlusconi lo ha richiamato dopo averlo visto vincere con la maglia del Botafogo, bianconera perché uno dei fondatori era tifoso juventino.
Ora Clarence deve tornare all'antico, a far dispetti alla Signora. Non avrà Muntari entrato nella storia di questo classico anche per la doppietta “inutile” dell'andata.

Spera di recuperare Balotelli e De Sciglio perché la Juve è una sorta d'esame dopo aver fallito quello in casa del Napoli. Stavolta gli toccherà fare una magia dalla panchina per confermarsi castiga-Signora e per far tornare grande il Milan contro le grandi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica