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Senza Cristiano non è Signora. Barça & Leo quasi s'allenano

I bianconeri devono crescere. Avvio catalano travolgente Dybala spento, 3 gol annullati a Morata. La Juve chiude in 10

Senza Cristiano non è Signora. Barça & Leo quasi s'allenano

Prima di tutto le buone notizie: non è stata una imbarçata e non ci sono stati infortunati. Per il resto la Juventus è bocciata all'esame con il Barcellona non tanto per i due gol di passivo, ma perché è ampiamente meritata la sconfitta, che dovrebbe rivelarsi indolore nel cammino europeo. Magra consolazione per una squadra che cercava una grande occasione per rilanciarsi dopo gli stenti in campionato.

Troppo per questa Signora affrontare senza Cristiano Ronaldo il Barcellona di Messi. Perché Pirlo non ha ancora trovato la quadra, ma abbozza un'idea di come vuole giocare in Europa. Come a Kiev, Kulusevski e Chiesa titolari, rispetto all'Ucraina vicino a Morata gira Dybala e non Ramsey. Il rischio non paga, perché la squadra è come se fosse sempre in apnea e le assenze pesanti (CR7, De Ligt e Alex Sandro) sono troppo evidenti. In più non è la Joya che nell'aprile di tre anni fa affondava il Barcellona. Non è nemmeno la controfigura di quel giocatore che se non altro avrebbe avuto ragioni da vendere nel tirare sul prezzo del rinnovo, come invece sta facendo ora senza il conforto delle sue prestazione. Non c'è confronto con il Messi che dall'altra parte sembra fare un allenamento come tutta la sua squadra. La Juve come in campionato ha bisogno di una sberla per svegliarsi nonostante i campanelli d'allarme che il Barça recapita in trenta secondi: Demiral vede Messi vestito di rosa come la Signora domenica scorsa e gli passa la palla in area; Pjanic impegna Szczesny e Griezmann centra il palo. La Juve sta a guardare e allora ecco il ceffone di Dembelè (deviato da Chiesa), su sventagliata di Messi da 50 metri. La Juve sbanda, Morata segna due volte in fuorigioco: lo spagnolo continua a litigare con Var e bandierine degli assistenti di turno. Il Barça insiste con il suo andamento lento, potrebbe dilagare ma Dembelé e Griezmann si dimenticano di tirare. Messi e soci si divertono «liberati» da Bartomeu, una motivazione extra per iniziare un'altra era.

Pirlo ha poco dai suoi giovani, Kulusevski e Chiesa si fanno piccoli sul palcoscenico europeo, mentre l'ex Pjanic sembra a suo agio nel fraseggio spagnolo, anche se come ai tempi bianconeri perde qualche pallone di troppo. Peccato veniale anche perché Rabiot e Bentancur non danno spessore alla mediana bianconera, anzi danno proprio poco. Davanti invece nessuno raccoglie l'eredità provvisoria di Cristiano Ronaldo, che «tifa» da casa tra una polemica e l'altra sul Covid: l'unico che ci prova è Morata, anche se dovrebbe toccare a Dybala. L'argentino vaga per il campo anche a inizio ripresa, quando il Barcellona inscena un torello che strappa applausi agli inviati delle rumorose radio spagnole. Subito dopo Morata segna il suo terzo gol in fuorigioco della serata, per un tacco intercettato dal Var.

E quando Pirlo toglie Kulusevski per McKennie sembra più una resa che altro. Solo passerella finale per Arthur, l'altra plusvalenza nello scambio con Pjanic. Finisce con il rosso a Demiral (doppio giallo), Bernardeschi che tampona Ansu Fati e Messi che segna su rigore il suo primo gol allo Stadium con CR7 che guarda davanti alla tv.

E Pirlo ancora in cerca della sua Juventus.

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