A testa bassa verso Udine e sul campionato. É quel che resta al Milan uscito da ultimo nel girone di Champions e perciò rimasto «disoccupato» in Europa per i prossimi mesi, con una posizione nel ranking Uefa (48°esimo) che certifica il ritardo rispetto alle altre sorelle d'Italia e il tempo consumato lontano dalla coppa più prestigiosa. A testa bassa, allora, trascinandosi dietro la solita zavorra degli infortuni e delle assenze che registra un solo recuperato (Castillejo in panchina) mentre anche Stefano Pioli ieri ha marcato visita per una sindrome influenzale (ha diretto l'allenamento imbacuccato e stasera sarà a Udine regolarmente). «Spero di riaverli tutti per l'inizio del 2022» è il mantra ripetuto dal tecnico che probabilmente coltiva qualche speranzella di rivedere Giroud con il Napoli, a mezzo servizio naturalmente. E qui rispuntano le valutazioni in vista della riapertura del calcio-mercato. Può diventare uno snodo decisivo.
La sensazione, documentata dalla frase di Paolo Maldini prima del Liverpool, è che il club sia orientato a investire solo e soltanto sul difensore centrale da aggiungere a Tomori, Romagnoli e Gabbia, per sostituire Kjaer che - con i due legamenti coinvolti nell'operazione, crociato e collaterale - sarà fermo fino a maggio nel migliore dei casi. Due sono le opzioni sul tavolo di Gazidis: a) profilo di affidabile e collaudato difensore da prendere in prestito e quindi da testare anche in vista del possibile addio di Romagnoli in scadenza di contratto a fine giugno; b) profilo giovane, sull'esempio di Tomori, da acquisire in prestito con eventuale diritto di riscatto. Del centrocampista (per rimpiazzare Kessiè e Bennacer in partenza a gennaio per la coppa d'Africa), nessuna traccia così come per il centravanti di terza fila nonostante le mancate garanzie di tenuta fisica offerte da Pellegri. Qui entrano in gioco non solo le improbabili richieste di Pioli che è un aziendalista convinto ma le disponibilità dell'azionista.
Rilanciare sul mercato con due o tre rinforzi significherebbe lanciare un messaggio deciso non solo alla concorrenza ma soprattutto ai residenti a Milanello. Se invece l'unica operazione rimanesse quella del difensore, allora vorrebbe dire scommettere sulla piena salute del gruppo nel 2022 a dispetto dei precedenti di questi ultimi due tornei che hanno denunciato un numero industriale di assenze e di infortuni, al netto dell'età e degli acciacchi di Ibra e Giroud.
A testa bassa verso Udine, allora con la possibilità di pochi e mirati ricambi dopo le energie spese con il Liverpool.
Sicuri due (Bennacer e Saelemaekers), forse tre (Florenzi) anche se Kalulu è reduce da altra prova di spessore. Ibra è costretto agli straordinari nella speranza magari di ricevere qualche assistenza in più dai sodali che in Champions l'hanno abbandonato al suo destino solitario.
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