Nessuna pietà per i Rangers di Glasgow. Il club più titolato d'Europa, come scudetti (54 campionati di Scozia in bacheca) è relegato in quarta serie, equivalente della Seconda divisione di Lega Pro, per i 20 milioni di debito. Per 25-5, i club delle principali leghe scozzesi hanno votato contro l'iscrizione chiesta dalla nuova proprietà, la Sfl gli ha rifiutato la serie B, obbligandoli a ripartire da zero. Mesi fa, con la società protestante, il fisco britannico aveva aperto un contenzioso per ben 93 milioni: ha respinto il piano di risanamento avviato da Charles Green, ex ad dello Sheffield, inutili i ricorsi e la rincorsa a nuovi soci. Ai Rangers serviranno almeno tre anni per risalire nella Spl, sarà ridiscusso l'accordo quinquennale per i diritti con Espn e Bskyb: vale cento milioni e prevede almeno quattro derby a stagione con i Celtic, cugini-rivali.
«La quarta serie è una grandissima delusione - racconta Lorenzo Amoruso, pugliese di 41 anni, 6 stagioni ai Rangers -. La provai un decennio fa, al fallimento della Fiorentina, con cui mi aggiudicai il primo trofeo, la coppa Italia del '96, con Ranieri».
Giocò nei Rangers dal '97 al 2003, indossando la fascia di capitano.
«Vincemmo 3 scudetti, 4 coppe di Lega e 3 di Scozia (nella foto Ansa, uno dei festeggiamenti nel 1999). Nel 2002 fui premiato come miglior giocatore, inconsueto per un difensore centrale. Toccai il momento più alto della carriera, come maturità psicofisica».
Nelle ultime stagioni è stato opinionista tv, in Toscana e Veneto.
«È appena scaduto il contratto con la Fiorentina, da due anni ero capo degli osservatori. C'è aria di smobilitazione, nonostante l'arrivo del ds Pradè dalla Roma e dello spagnolo Edoardo Macia».
Con i Rangers furono protagonisti anche l'ex difensore juventino Sergio Porrini e l'ex bomber Marco Negri, mentre raggiunsero Glasgow da giovanissimi Rino Gattuso e Gigi Riccio, già capitano del Piacenza.
«Senza la formazione protestante, sarà un campionato a senso unico, noioso, appannaggio sicuramente del Celtic. Perde interesse senza i cinque volte stellati».
I rivali biancoverdi sono a 43 scudetti. Dal '65 solo un'altra squadra, l'Aberdeen, si aggiudicò il campionato: per tre volte, a inizio anni '80, proiettando poi Alex Ferguson al Manchester United.
«Da tempo però l'Aberdeen è in basso alla classifica. Nasi Blu e Celtic sono la storia della Scozia, rilevanti pure in Europa. Per la squadra cattolica non sarà una stagione divertente, partendo già vincitrice perde stimoli. Fondamentale, per i Rangers, è ricominciare subito, e risalire entro il 2015, per consolare milioni di tifosi sparsi nel mondo».
Quali big furono suoi compagni?
«L'ex laziale Paul Gascoigne, l'ex viola e milanista Brian Laudrup, danese, e l'olandese Giovanni Van Bronckhorst, vicecampione del mondo. In assoluto il più rappresentativo fu Ally Mc Coist, l'ultimo allenatore, capocannoniere di tutti i tempi».
La carriera di Amoruso partì da Bari, poi Mantova e Vis Pesaro, in Lega Pro, di nuovo Bari e Fiorentina.
«Le ultime tre stagioni furono in Inghilterra, al Blackburn Rovers, ma giocai poco. Anzi a 37 anni chiusi a San Marino, nei Cosmos. Accettai la Scozia anche per le condizioni economiche: all'epoca solo chi vinceva lo scudetto giocava in Champions League e la Fiorentina non può competere con Inter, Milan e Juve. Debuttai nell'ex coppa dei Campioni grazie ai Rangers, che avevano inanellato 9 scudetti, il record».
Esistono cattolici fra i tifosi dei blues?
«Negli ultimi anni sono in aumento, come i protestanti sostenitori dei Celtic. Con le nuove generazioni cambia la mappa del tifo, in precedenza ci furono storie e guerre intrecciate con la materia religiosa che scalda tanto i 2 milioni di residenti a Glasgow».
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