C'è chi può comprare ma viene snobbato, chi potrebbe ma non lo fa e chi, invece, è costretta a fare di necessità virtù. Una delle sessioni di mercato più povere e scialbe degli ultimi anni, dove non si spendono soldi ma si pensa solo a scambi, prestiti e pagherò, continua nella sua apatia quotidiana. Tra colpi solo sventolati e promesse difficili da mantenere.
Protagonista indiscussa l'Inter, che oltre ad aver piazzato l'unico acquisto di spessore finora (Lisandro Lopez) sta cercando di chiudere anche per l'arrivo di Rafinha dal Barcellona e Ramires dal Juangsu. Due operazioni difficili, con criticità differenti, data anche la scarsità di liquidità nelle casse societarie: ieri il ds nerazzurro Ausilio è tornato dalla città catalana con l'ultima offerta ufficiale dell'Inter, lasciando ai dirigenti blaugrana, scettici, il tempo per riflettere: prestito (manco a dirlo) con diritto di riscatto fissato a 35 milioni di euro. Per un giocatore, con status da comunitario, che il Barcellona valutava almeno 45 e che non vorrebbe rischiare di perdere a cifre così basse. Gaitan dell'Atletico Madrid potrebbe essere la giusta alternativa, ma c'è un problema: è extracomunitario. Per cui l'Inter, qualora il giocatore non riuscisse ad ottenere il passaporto portoghese entro fine gennaio, dovrebbe dire addio al brasiliano Ramires tanto inseguito quanto dichiaratamente chiesto da Spalletti. Per l'arrivo del quale rimane un solo ostacolo: la possibilità da parte del Juangsu di trovare un sostituto all'altezza: Stephan M'Bia, ex Siviglia oggi all'Hebei Fortune, potrebbe essere l'uomo giusto. Un mercato in entrata d'attesa, mentre all'orizzonte si affacciano due importanti, possibili, cessioni estive. Quelle di Handanovic e Icardi: «Restare per sempre? Non dipende solo da me», ha tuonato ieri il portiere sloveno. Mentre l'attaccante argentino, stando a quando dice la stampa spagnola, è visto come l'ideale sostituto di Cristiano Ronaldo da parte del Real Madrid. Pronto a sborsare ben 120 milioni di euro per averlo al Santiago Bernabeu.
Chi potrebbe lasciare l'Italia già a gennaio è invece Emerson Palmieri, pronto a sbarcare al Chelsea per 25 milioni di euro. Una cessione, quella della Roma, che chiuderebbe di fatto la partenza di Alex Sandro, dal momento che la Juventus è uno di quei pochi club che potrebbe spendere e non ha bisogno di cedere assolutamente le sue pedine. A differenza proprio dei giallorossi, che a giugno dovranno fronteggiare i nuovi assalti soprattutto per Dzeko, Nainggolan e Strootman.
Anche il Napoli, dal canto suo, non è alla disperata ricerca di nuovi innesti. Tramontata l'ipotesi Verdi, rimangono in piedi diversi profili (da Deulofeu a Lucas e Politano) ma sui quali il club non ha intenzione di schiacciare sull'acceleratore. Servirà soprattutto il sì di Sarri, intenzionato ad inserire in squadra solo giocatori pienamente funzionali al suo credo tattico. Motivo per il quale un altro nuovo acquisto, Roberto Inglese, rimarrà al Chievo Verona fino a giugno.
Il Milan fatica a sfoltire la rosa (ieri l'incontro con l'agente di Gustavo Gomez ha portato ad un nulla di fatto), mentre la Lazio è pronta a rinnovare il contratto di Luis Alberto con lauto aumento d'ingaggio.
Il Torino ha preso l'attaccante Vitalie Damacan dallo Sheriff Tiraspol per 1,5 milioni di euro, l'Everton Walcott dall'Arsenal per 20. Mentre Mourinho è pronto a rinnovare la sua permanenza a Manchester, sponda United, fino al 2021. Con, ovviamente, ricco aumento d'ingaggio.
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