Serve una Juve stile Bayern «Ma loro sono un grattacielo»

Il tecnico: "Non siamo così distanti come sembrava all'andata". E si affida al risveglio dei "grandi vecchi", primo fra tutti Vucinic

Serve una Juve stile Bayern «Ma loro sono un grattacielo»

L'idea è buona ma difficilmente realizzabile. Salvo il pallone non continui a raccontare favole. O frottole. Imitare il Bayern e vedere l'effetto che fa. «All'andata loro hanno giocato con intensità, cattiveria agonistica, attenzione: quello che dovremo fare noi». Sintesi di Antonio Conte, quindi credibile nell'idea di partenza. Anche se poi ha aggiunto la solita italianata. «Però speriamo di essere più fortunati negli episodi: parlo del gol in fuorigioco e della mancata espulsione di Ribery». Ti pareva non mancasse il lamentino sull'arbitro?

Notte dei quarti di Champions, avanti con brividi e gol. Difficile imitare, perché il Bayern dell'andata ha dimostrato di essere una squadra più forte di questa Juve che Conte ha puntigliosamente ridefinito nella nascita. «Esiste solo da 18 mesi e ne abbiamo fatta di strada». Appropriazione indebita: la Juve esiste da più di 100 anni e non sarà mai legata a un'idea di aC o dC, avanti Conte o dopo Conte (per non fraintendere: viste le megalomanie ricorrenti). Anche se questa pare più Juve di altre nel recente quinquennio.

Ma questa sarà sera da Juve, quella rimasta nei libri della storia calcistica e magari nei filmati, quella che scorre sempre nelle immagini dello Juventus stadium e che, probabilmente, rigenera lo spirito della gente bianconera. Ci vorrà la Juve. E non è detto che basti: difficile segnare tanto al Bayern, ancora più difficile evitare di prendere un gol. Lo dicono numeri e statistiche della stagione tedesca. Aggiungiamo: le rimonte da 0-2 non sono il meglio della storia bianconera. Finora sono stati buchi nell'acqua. La Signora ha quattro precedenti, tutti finiti male. In uno di questi mise lo zampone anche Jupp Hayenckes, l'allenatore del Bayern che allora segnava per il Borussia Moenchengladbach. In Germania finì 2-0, reti dell'odierno tecnico e di Simonsen, al ritorno fu 2-2 con le reti juventine di Bobo Gori e Bettega.

E allora che dire? C'è in palio una semifinale, ma le sfumature sono diverse. Vale quanto una finale per la Juve, vale per alimentare l'ambizione tedesca di arrivare a due finali consecutive. Conte ci ha provato mettendo insieme il collage delle buone intenzioni. «Giochiamo con gioia, felicità di essere ai quarti di finale di una competizione importante contro una squadra che potrebbe anche vincere la coppa. E non dimentichiamo da dove siamo partiti». Poi, ha aggiunto, tutti dovranno fare la loro parte, pubblico compreso che sarà cornice e spettacolo in uno stadio che sembra una bombonera all'italiana. Non a caso Heynckes ha cercato la via della diplomazia e Conte ha provato con una battuta: «Lo ringrazio per quello che ha detto di noi e mi auguro che nel dopo partita aggiunga: ve lo avevo detto».

Poi passare dalla diplomazia al corpo a corpo calcistico è gioco da grandi squadre e grandi giocatori. L'allenatore della Juve crede nel gruppo, ma poi dovrà affidarsi a Vucinic («Deve credere di più in se stesso» e magari Quagliarella. Non è più la Juve dei talenti e dei talismani a cui chiedere miracoli individuali, in questo certamente diversa da tante altre e quindi made in Conte. Servirà la macchina da guerra che, in Italia, si è sbarazzata degli avversari. Ma il Bayern è altra cosa. Non proprio un altro calcio. «Loro sono un grattacielo, noi siamo a un terzo di un grattacielo. Ma è vero che noi non siamo così distanti come è apparso nell'andata». Poi certo mai negarsi le speranze. «Non dobbiamo andare all'arrembaggio», ha aggiunto Chiellini che sarà una delle spine dorsali del sogno Juve. Con lui dovrà risvegliarsi Pirlo, Marchisio chiedere qualcosa in più al suo talento, Buffon smettere di fare il pensionato e gli attaccanti produrre quello per cui sono pagati: i gol.

Stavolta la Juve sarà preparata sui punti di forza dei tedeschi, magari si sgancerà prima dal loro pressing.

E tornare al punto di partenza: imitare qualcosa del Bayern e non imitare l'ultima Juve, come riassunto da Conte: «Questo è forse il Bayern più forte di sempre, ma la Juve di Monaco ha avuto il braccino». E, invece, stasera ci vorranno colpi da ko. Certo, se Vucinic fosse Tyson.

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