La settimana da scudetto di un'Atalanta esagerata

Tre vittorie e tredici gol segnati in otto giorni, in questo momento la banda di Gasperini è la migliore

La settimana da scudetto di un'Atalanta esagerata

Quello che non dicono i numeri, lo fanno gli avversari: il Cagliari in casa, dopo il Torino e la Lazio in trasferta. Battuti, annichiliti e dopo 3 partite e 3 vittorie in una settimana, l'Atalanta guarda tutti dall'alto dei record. Suo, mai vinte le prime 3 di Serie A, e dell'intero campionato, mai segnati da nessuno 13 gol nelle prime 3 partite. I numeri, allora. Punteggio pieno, e ci sta. I gol, tanti, ma anche i loro marcatori, tantissimi: ieri 5 diversi per i 5 gol al Cagliari, in assoluto sono 8 i giocatori di Gasperini che hanno segnato in queste prime 3 partite. L'ultimo è Lammers, 23 anni, olandese ex Psv, appena arrivato e in gol appena entrato. Il migliore del Cagliari è stato il portiere Cragno, decisivo almeno 4 volte: poteva andare molto peggio. O molto meglio, guardando alla partita con occhi bergamaschi.

Erano 3 anni che il Cagliari vinceva a Bergamo, quasi un sortilegio. Superato. L'anno scorso all'Atalanta sono mancati punti proprio come questi, o quelli persi in casa con la Spal e il Genoa e il Torino. L'anno scorso si diceva: se si ripete. E si è ripetuta: terza nel 2019, terza ad agosto. Quest'anno la musica è simile solo in apparenza: c'è tutto non perché si ripeta ma perché l'Atalanta si migliori. Sarà bene accorgersene per tempo, anche semplicemente per non mancare di rispetto a Gasperini e alla sua banda di divertentissimi calciatori. L'Atalanta è una macchina da gol, non ancora una macchina perfetta, perché in difesa rischia e lascia qualcosa un po' a tutti. Come l'Atalanta, solo il Milan ha vinto 3 volte su 3, con avversari sulla carta meno forti (Bologna, più le neopromosse Crotone e Spezia) e con metodo diverso: segnando meno (7 gol contro 13) e subendo niente (0 gol contro 5). Dopo la sosta, Gasp rafforzerà la sua bocca da fuoco. Tornerà infatti anche Ilicic, e non sarà solo festa per l'uomo ritrovato, perché quando si è fermato, lo sloveno era la stella cometa della squadra.

L'ultima Champions ha dato fiducia al gruppo, ormai cementato e al quinto anno sotto la guida sapiente (diciamolo) di Gasperini. L'eliminazione beffa col PSG è stata una lezione che non ha frustrato la squadra, ma l'ha scossa e rimotivata. Gasperini parla dopo ogni vittoria coprendo le sue parole con occhiali sempre meno scuri.

Avrebbe voglia di gridarlo in faccia a tutti: ci siamo anche noi per lo scudetto, e invece deve dribblare domande e complimenti, trincerandosi dietro i luoghi comuni. Lo fanno altri nerazzurri a Milano, figuriamoci se non possono, anzi devono farlo a Bergamo.

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