Shai e Haliburton: le sliding doors dell'Nba

Indiana perde la stella per infortunio: primo trionfo per Oklahoma

Shai e Haliburton: le sliding doors dell'Nba
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Bellissime e drammatiche. Queste sono state le NBA Finals 2025, che hanno visto gli Oklahoma City Thunder trionfare in sette gare contro gli Indiana Pacers. Una serie che, però, sul più bello ha straziato i tifosi. Dopo 7'05 della decisiva Gara 7, il dramma: tendine d'Achille ko per Tyrese Haliburton. L'eroe playoff dei Pacers, con i suoi canestri decisivi allo scadere, un uomo in missione per zittire i colleghi che lo avevano votato come "il più sopravvalutato della Lega", sdraiato sul parquet costretto ad alzare bandiera bianca. Come Kevin Durant nel 2019 in Warriors-Raptors. Un colpo al cuore. Un nuovo, triste capitolo del libro "What if?" della storia della Lega. E a proposito di "What if?": e se Sam Presti (GM dei Thunder), ai tempi di Seattle, non avesse scambiato Rashard Lewis ai Magic nel 2007? Oggi non avremmo avuto questi Thunder. Da quella trade di 18 anni fa è nata questa squadra formidabile, perché questo primo titolo dei Thunder è figlio di una progettualità studiata e sviluppata negli anni. Nel 2007 Presti ottenne una trade exception che diede vita a una sequenza di manovre culminate nella trade del 2019 per un giovanissimo Shai Gilgeous-Alexander (oggi 11° giocatore nella storia a vincere l'MVP della stagione regolare e delle Finals) e nelle scelte al Draft di Jalen Williams e Chet Holmgren: il nucleo di questo gruppo. Ogni pezzo al posto giusto, senza colpi pirotecnici sul mercato, ma con mosse accorte e sottotraccia. Nello sport business americano non c'è la frenesia del "tutto subito o è fallimento".

I Thunder sono stati la peggior franchigia dal 2020 al 2022, mancando i playoff con un complessivo di 46-108, ma sono andati avanti per la loro strada, credendo nel progetto. E oggi, non solo sono campioni Nba, ma hanno pavimentato le basi per dominare la Lega.

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