Finalmente Masha. Florida e Canada distano quasi 2000 chilometri, per la Sharapova un viaggio lungo più di un anno. Era laprile del 2008 quando, al torneo di Amelia Island, la tennista russa vinceva contro la slovacca Cibulkova. Ieri il ritorno in una finale al torneo di Toronto.
In mezzo sedici mesi difficili, tra brutte figure (eliminata a Wimbledon 2008 al secondo turno dalla connazionale Kudryavtseva) e rinunce dolorose (le Olimpiadi a Pechino, gli Us Open e anche gli Australian Open): tutto per quel maledetto infortunio alla spalla destra che lha perseguitata per nove mesi. A Montreal la Sharapova si ritira al secondo turno: è linizio dei dubbi, delle insinuazioni. Nove mesi che hanno partorito tante voci, spesso esagerate, tra chi pensava che non sarebbe mai tornata a giocare e chi invece vedeva il ritiro come una tappa obbligata per una ragazza bella, oltre che brava (Kournikova docet).
E invece la russa, numero 1 al mondo non una vita fa (era il maggio 2008, agevolata dal ritiro della Henin), si è messa dimpegno. È tornata a giocare. Prima Miami, poi Roland Garros (eliminata ai quarti tra gli applausi), Birmingham e anche Wimbledon (fuori al secondo turno). Ha trovato sulla sua strada anche una Pennetta indemoniata (a Los Angeles), ma ora è pronta a rilanciarsi.
La spinta decisiva può arrivare dal Wta di Toronto: battuta in semifinale la russa Kleybanova 6-2, 4-6, 6-4, ieri Maria ha giocato il match con unaltra connazionale, la Dementieva. Una sfida in famiglia per tornare grande: magari senza vittoria ma, per una volta, è più importante esserci.
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