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Si scrive sempre Inter ma si legge "sentenza"

La squadra di Inzaghi affronta la stracittadina di ritorno con il Milan. Nel 2023 le ha vinte tutte

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Dopo tanto penare, ora l'Inter pare diventata una sentenza. Domani sera c'è il derby-bis, quello che vale il biglietto per Istanbul, e a Inzaghi, che ha vinto nettamente i 3 giocati nel 2023, stavolta basterebbe di meno per preparare i bagagli per il Bosforo. I numeri descrivono la squadra nel momento migliore della stagione e averlo fatto coincidere con quello più importante è sicuramente merito di tutto lo staff nerazzurro. L'Inter corre come mai quest'anno, segna molto (24 gol nelle ultime 8 partite) e vince altrettanto (7 di fila, ma il 3-3 col Benfica andrebbe contato come l'ottava). Recuperato anche Gosens, ora anche Dimarco ha il suo cambio naturale.

All'appello di Inzaghi manca curiosamente solo Skrniar, che si era emarginato da solo già prima di infortunarsi. In compenso è diventato benchmark dialettico, visto che rispondendo sui prossimi rinnovi contrattuali, Marotta ha spiegato come «Bastoni sia un ragazzo serio e assistito da un ottimo procuratore», sostanzialmente il contrario di Skriniar, che giocando su due tavoli, lascerà l'Inter a parametro zero.

Alla festa di primavera s'è iscritto anche Lukaku, che al Sassuolo ha segnato il primo e l'ultimo gol, i più belli, firmati «alla Lukaku», di forza, rabbia e velocità, come mai aveva fatto finora. Big Rom è a quota 12 (8 in campionato), lontano dal break even con i suoi 12 milioni d'ingaggio, ma vicino alla conferma anche per la stagione ventura, se solo dipendesse da lui e dall'Inter. E invece dipenderà dal Chelsea e forse Pochettino, prossimo tecnico in blues, una fiche su Big Rom potrebbe ancora puntarla.

Più che scoprire la formazione anti-Milan, che sembra scontata, e cioè la stessa dell'andata, sarà curioso capire se Inzaghi avrà voglia già oggi di rifotografarsi a parole sulla panchina dell'Inter, su cui da una partita all'altra sembra sempre più saldo, visto che adesso anche Marotta prende distanza dalle critiche ricevute dall'allenatore nei mesi scorsi, lui che quelle censure avallava pubblicamente con mezze frasi e interi giudizi. Ma ormai è partita la corsa a saltare sul carro di Inzaghi e figuriamoci se non troveranno posto i dirigenti per primi.

Vero è che l'Inter ha perso lo scudetto per due anni di fila, o meglio non l'ha vinto perché chi l'ha fatto al suo posto non l'ha certo rubato, però i 100, forse 110 e più milioni che frutterà la Champions 2023 danno valore e si specchiano a quanto Inzaghi diceva a fine settembre: «Dove alleno io aumentano ricavi, dimezzano le perdite e aumentano i trofei».

Che ci provino a smentirlo le vedove di Conte, fuori ai gironi per 2 anni di fila.

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