Meglio la Juve di Champions, senza dubbio. Anche perché in settimana il Barcellona le aveva regalato campo e scelleratezze tattiche assortite: cosa che ieri il Genoa, privo di otto giocatori, ha provato a non fare. Alla fine, però, i campioni d'Italia sono tornati da Marassi con il bottino pieno anche senza dare la sensazione di chissà quali progressi in campionato. E quindi: gol del vantaggio di Dybala, pareggio immediato di Sturaro, quindi due rigori (netti) di Ronaldo.
Per Pirlo, tutto è bene quel che finisce bene: mercoledì prossimo, allo Stadium contro l'Atalanta, servirà però probabilmente un'altra Juve per aggiungere altri punti alla classifica. Quella di ieri non è piaciuta, va detto: senza ritmo e con poca qualità in mezzo al campo, dove Rabiot pareva tornato alla versione dell'anno passato e Bentancur si confermava ottimo recuperatore di palloni ma con poca capacità di creare gioco davanti a difese chiuse e attente. Né, sulla sinistra, Chiesa costruiva chissà cosa: ogni tanto un'accelerata, ma poco di che. Così, il più pericoloso e creativo era il soldatino McKennie: largo a destra con licenza di accentrarsi, era il solo che nel primo tempo stuzzicava Perin. Ed era proprio lui, nella ripresa, ad accendere Dybala con un assist no look di testa sulla trequarti campo: giocata non casuale, ma cercata davvero. Per la Joya, la prima rete in campionato arrivava come una liberazione e l'abbraccio a Pirlo lo certificava: Marassi peraltro gli porta bene, avendovi festeggiato sei reti. Per quanto proposto fino a quel momento dalla squadra di Maran, inesistente in fase offensiva sia con Scamacca che con Pjaca, la partita avrebbe anche potuto ritenersi terminata: invece, dopo un gol annullato a Chiesa per fuorigioco, la coppia Pellegrini-Sturaro confezionava il pari.
Dybala si vedeva lui pure negare il raddoppio (altro off-side), quindi Pirlo osava il tridente pesante: dentro Morata e fuori Rabiot. Perin salvava su Ronaldo, ma il Genoa non ne aveva più: Cuadrado sempre più uomo cui aggrapparsi nei momenti di necessità si guadagnava il rigore subendo fallo da Rovella, poi era lo stesso portiere rossoblù a travolgere Morata.
CR7 ringraziava e festeggiava con una doppietta dal dischetto la centesima presenza in bianconero: quattro rigori trasformati in due partite sono menù pantagruelico, buono per lanciare la Signora sia in Europa (oggi il sorteggio degli ottavi di Champions) che tra i confini nazionali.
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