Ma siamo già campioni del lamento

Ma siamo già campioni del lamento

Ci mancavano i lamenti. Si lamenta ancora Ventura perché l'arbitro turco non ci ha tutelati. Si lamenta Ventura perché la fortuna non ci ha aiutato. Si lamenta sempre il Ventura perché gli svedesi hanno picchiato. Eternamente mammoni, siamo nati piangendo, viviamo lamentandoci e moriremo delusi. L'aforisma dell'inglese Thomas Fuller è la didascalia che accompagna la nostra nazionale verso l'ultima scena di una commedia che potrebbe diventare tragedia. Il lamento è ormai diventato l'alibi dei poveri di spirito: da Allegri a Sarri, da Mourinho a Conte non c'è uno che si salvi e che scelga l'autocritica, l'outing tattico e tecnico, in breve: abbiamo giocato male, l'arbitro non ha colpe, il terreno di gioco neppure, l'orario della partita è ininfluente.

Ventura deambula avanti e indré alla ricerca del tempo perduto, dice il suo staff di difensori (sono pochi ma resistono) che, rispetto a Conte, non ha avuto i giorni necessari per preparare questo impegno. Il problema non è il numero di giorni a disposizione ma come questi giorni vengono vissuti, studiati, sofferti. Conte aveva dentro la valigia tre scudetti da allenatore e quelli da calciatore, oltre alle lezioni apprese con Sacchi e Lippi. Ventura si è ritrovato cittì all'insaputa del mondo, del calcio e non soltanto. Per lui queste sfide sono una scoperta, un territorio sconosciuto.

Ora chiede l'aiuto di San Siro, nel senso dello stadio, e spera di ricevere in dono un arbitro all'altezza. Visto quello che è successo alla Svizzera di Infantino, nella prima partita contro l'Irlanda del Nord con un rigore inventato, si ritiene che Fifa e Uefa possano riservare le stesse carezze all'Italia. Sono ragionamenti di bassa lega ma è l'aria che tira, leggendo e ascoltando certe parole. L'Italia è il paese dei raccomandati ma nel calcio conta anche altro. Per il momento questo altro non è pervenuto.

Può essere l'argomento di un nuovo lamento. La migliore risposta a questo frignare infantile e fastidioso è arrivata da Andrea Pirlo: «Lasciamo stare l'arbitro e non mi risulta che San Siro faccia gol». Chi lo spiega a Ventura e alla sua orchestra di piagnoni?

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