Sicurezza negli stadi e lotta al razzismo, di certo non meno importante. Ecco che nel weekend la serie A sperimenterà due sistemi di controllo legati all'accesso agli stadi e al controllo dei tifosi indisciplinati.
Stasera, in occasione di Roma-Bologna, ai varchi di piazza De Bosis, verrà predisposto un allestimento provvisorio che testi la procedura di ingresso all'impianto che sarà poi utilizzata dall'Uefa per le quattro gare di Euro 2020, tre delle quali vedranno la nostra Nazionale protagonista nella fase a gironi. L'allestimento prevede la predisposizione di 56 canali di accesso di altezza di 120 centimetri disposti ai lati dell'Obelisco, il monumento presente nella piazza. In questa sede gli steward eseguiranno il rituale controllo del documento e del titolo di accesso allo stadio e il cosiddetto «pat down» stile aeroporto (come la richiesta di esibizione di oggetti contenuti nelle tasche e all'interno dei capi di abbigliamento). Effettuato il passaggio attraverso questi canali di accesso, il pubblico potrà proseguire fino ai tornelli senza altri controlli in fase di prefiltraggio. Il sistema non dovrebbe generare attese maggiori di quelle usuali, anzi snellirà i tempi di ingresso vista la presenza di un numero maggiore (circa il triplo) di canali di accesso.
Allo stadio Bentegodi di Verona, nel giorno del tutto esaurito per la sfida con la Juventus (28mila spettatori previsti), partirà invece il progetto delle «body cam antirazziste», ovvero delle piccole telecamere alte otto centimetri, larghe cinque e profonde due che indosseranno gli steward in servizio in alcuni settori dell'impianto. L'utilizzo di tale strumento, già liberalizzato dal Garante della Privacy e dalla Corte europea di Strasburgo in un sistema di vincoli e garanzie, è stato autorizzato dal Gos, il Gruppo operativo di sicurezza che lavora in tutti gli stadi per organizzare l'ordine pubblico, dopo l'ok della Prefettura. Verona si conferma una città pilota, visto che il Comune già utilizza la body cam sui mezzi pubblici con un codice di autoregolamentazione a tutela di chi viene ripreso con la telecamera.
E non è un caso che la prima volta in uno stadio italiano (questo tipo di tecnologia è stato già approvato in Francia e negli Usa) avvenga proprio al Bentegodi dove il 3 novembre scorso arrivarono i «buuu» a Mario Balotelli. L'obiettivo è puntare sulla responsabilità individuale e non più su quella collettiva del club calcistico.
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