La Signora degli snobbati è un Panzer schiaccia Inter

MilanoLa Juve degli snobbati si è presa la rivincita. L'Inter degli incompiuti è rimasta prigioniera di se stessa e delle sue povertà. Quagliarella e Matri parlano con i gol. L'Inter s'arrangia con i gol, ma subisce sempre qualcosa di troppo. Da San Siro a San Siro come cambiano le storie: l'ultima volta Quagliarella uscì con il bavero della maglia rialzato e qualche parola sgradevole detta a chi lo mandava fuori campo. La Juve stava perdendo contro il Milan e da allora “Quaglia” si è perso un bel numero di partite. E la Juve vide qualche crepa nelle certezze della sua stagione. Ieri, invece, sono stati sorrisi ed applausi. Juve sempre più forte e un destino non sempre cinico: Quagliarella è ancora il cannoniere numero uno della squadra (8 reti). Ha segnato e fatto assist. Giocate da gente che conta.
Forse Conte dovrebbe ripensare ai suoi umori variabili. C'è una colonna vertebrale che parte da Buffon, passa per Pirlo ma non può fare a meno delle reti degli attaccanti veri. Qui si parla di Vucinic, Matri e Quagliarella, non del Giovinco, formica disatomizzata bravo a cadere al minimo soffio. Ieri, il poveretto, si è preso una randellata finale da Cambiasso, costata l'espulsione all'argentino (la prima dopo 277 partite) e un po' di paura alla formichina. Poi quella scena da libro cuoricino, Conte andato ad abbracciare il giocatore nerazzurro, è stata bella e inquietante: e se il tecnico avesse finalmente capito che è meglio tenersi la formichina in panchina e rivolgersi ai bomber veri? Magari ne avrebbe giovamento anche questa Juve formato panzer che, adesso, se ne andrà a giocare con i panzer veri. E sarà vita molto più difficile.
Le prove generali hanno detto che la squadra è matura, sicura, fatica ma non si perde. Un girone dopo, la Juve capovolge il risultato di Torino con l'Inter e spiega perché oggi è in testa alla classifica e quasi scudettata, mentre i nerazzurri stanno sotto di 21 punti (pur con una partita in meno) e probabilmente hanno detto addio alla zona Champions. Pasqua non ci racconta nulla di nuovo in una partita comunque gustosa. Milano grigia come il suo cielo, piove sull'Inter che sta cominciando a sommare pericolosi record negativi: 4 punti nelle ultime 5 partite di campionato, seconda sconfitta interna consecutiva dopo 17 partite da imbattuta a San Siro. Mettete pure gli infortuni che aumentano (Pereira, Cassano, Ranocchia) e il gioco che ieri ha pesantemente segnato la differenza con la Juve. Moratti starà già sfogliando l'agenda telefonica.
Se mancava un'incoronazione alla Juve, eccola qui. San Siro si è inchinato ad una squadra che non sarà fantastica, ma è la più forte del reame. Lo ha dimostrato con il suo gioco, prima ancora che con i gol. L'Inter cadaverica del primo tempo, che pur ha avuto due occasioni da reti (Palacio costringe Buffon a paratona e più tardi a una replica più facile), sembrava lo sparring partner dei campioni d'Italia. I bianconeri sapevano bene cosa fare e come muoversi. I nerazzurri andavano a sprazzi, improvvisavano e quando Kovacic cercava qualcuno a cui servire la palla, tutti fermi a guardarsi. Sono bastati pochi contropiedi per prendere le misure all'Inter. È bastato il primo tiro di Quagliarella, che ha sfruttato un velo di Matri, per mettere in ginocchio Handanovic e tutte le idee nerazzurre.
Certo, un gol dopo appena tre minuti è un brutto affare. L'Inter ha provato a rialzarsi, ha sofferto le incursioni di Vidal. Handanovic ha sbagliato un'uscita e rischiato un rigore.
Di tutto un po' nel primo tempo e pure nella ripresa quando il guizzo di Palacio ha riassestato la partita, l'accoppiata Quagliarella-Matri ha messo il sigillo, l'arbitro ha ignorato un intervento scomposto di Chiellini su Cassano (e un altro su Kovacic). L'Inter ci ha messo più animo e idee. La Juve è stata padrona e non predona. L'Inter è stata rabbiosa. La Juve sicura di se stessa.

La Juve vincerà lo scudetto dopo aver cancellato un piccolo neo: in trasferta non aveva mai vinto con le presunte grandi. L'Inter forse avrà solo rimpianti: quest'anno la Signora ha disegnato il suo destino, nel bene e nel male.

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