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Una Signora in extremis. E si salva senza Cristiano

Vittoria facile con il portoghese tenuto in panchina. Per lui e Pirlo (grazie a Gattuso) futuro da scrivere

Una Signora in extremis. E si salva senza Cristiano

E così, al termine di una stagione folle e decisamente al di sotto delle aspettative nonostante i due trofei vinti, la Juventus acciuffa per i capelli la qualificazione alla prossima Champions League. A Bologna, la squadra di Pirlo ha fatto la sola cosa che poteva e doveva: vincere. Aspettando poi la buona novella da Bergamo o Napoli: arrivata la notizia del mancato successo degli uomini di Gattuso, la Signora ha così ritrovato il sorriso. E alla fine la terza vittoria consecutiva in campionato - la quarta comprendendo anche la finale di Coppa Italia vinta mercoledì - ha portato in dote l'obiettivo desiderato: quarto posto e, con esso, una cinquantina di milioni che aiuteranno le anemiche casse societarie a prendere una bocca d'ossigeno.

Nei prossimi giorni le margherite da sfogliare saranno comunque parecchie, due delle quali particolarmente impegnative: Pirlo sì o Pirlo no? Ronaldo sì o Ronaldo no? Il primo potrebbe a questo punto beneficiare di una prova d'appello, tenuto conto delle attenuanti generiche dovute all'inesperienza e via di questo passo. Quanto al secondo, ieri rimasto inizialmente in panchina «perché per dirla con Paratici dopo cinque partite in quindici giorni, ha deciso di comune accordo con l'allenatore di rimanere seduto», dipenderà da lui: se farà capire ad Agnelli di essere attirato dal ritorno allo United (o da un'esperienza parigina), nessuno lo tratterrà a forza e le casse societarie risparmieranno buona parte dei famosi 31 milioni annui di stipendio. In caso contrario, avanti con lui e mercato comunque da inventare ben sapendo di non poter folleggiare.

A Bologna gli ex campioni d'Italia, con Danilo schierato a centrocampo e Chiellini arrivato forse all'ultima recita in bianconero, hanno disposto fin troppo facilmente di un avversario che non aveva più nulla da chiedere al campionato: squadra slegata e agonisticamente molle quella di Mihajlovic, al cui cospetto si è invece presentata una Signora affamata. Così, dopo un iniziale brivido provocato da una discesa sulla sinistra di De Silvestri, la Juve passava in vantaggio quasi meravigliandosi della facilità con cui poteva organizzare gioco: il tap in di Chiesa, arrivato all'ottava rete in campionato, era facile facile dopo la traversa colpita da Rabiot. Match in discesa dopo cinque minuti, insomma. Dybala pennellava poi sulla destra e Morata non poteva sbagliare il più facile del gol di testa: alla mezzora era già chiaro come sarebbe finita la serata, almeno per quel che concerneva il risultato del Dall'Ara. Quando Rabiot, ancor prima di metà gara, batteva nuovamente Skorupski (assist di Kulusevski), la partita andava direttamente in ghiaccio. A quel punto non restava che aspettare i risultati di Milan e Napoli e disputare una ripresa buona soltanto per le statistiche: Morata trovava subito la doppietta personale (assist di Szczesny, addirittura, e mezza papera di Skorupski), quindi Orsolini segnava il classico gol della bandiera. Il resto non era altro che attesa.

Dolce, infine: grazie al Verona.

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