nostro inviato a Torino
Da Théreau a Immobile sono passati 783 giorni. Il 23 agosto 2015 sembrava una regina sulla via dell'abdicazione quella Juventus che perse in casa con l'Udinese (0-1). Ma era una finta. Da allora a Torino 38 vittorie e appena tre pareggi e due scudetti in più in sala trofei per gli uomini di Allegri. Fino alla rivoluzione di ottobre inscenata ieri, con la spavalda Lazio di Inzaghi a ribaltarla in cima a una partita che ha avuto più colpi di scena di una puntata di Games of Thrones. L'ha decisa Dybala, in versione "mai 'na Joya", che ha ciabattato su Strakosha il rigore del 2-2 quando già il custode dell'Allianz stava spegnendo le luci.
Vince la Lazio e la Juve si deprime, vedendo il campionato complicarsi assai. Un esito alla fine giusto, anche se è stata una partita senza capo né coda, alla quale sarebbe assurdo dare una logica. E sì che era iniziata piano piano. Padroni di casa fin troppo felpati, Lazio che difende a tre in teoria e a cinque in pratica ed esibisce una commendevole compostezza, senza subire in apparenza il "miedo escénico" che solitamente paralizza i visitatori dello Stadium. Una lenta milonga, una mezza lagna. Il sabba del sabato inizia al minuto 24 e il via lo danno due fin lì comprimari della stagione bianconera: Khedira, che stocca di sinistro, e Douglas Costa, che ciondola in area piccola proprio nella mattonella in cui Strakosha respinge. Smash del brasiliano e Juve avanti. Gli Inzaghi boys sperano nella Var per la posizione di Douglas Costa, tenuto però in gioco di un unghia dal lontano Bastos.
Inizia un'altra faccenda. I bianconeri corteggiano il raddoppio almeno due volte: Strakosha vola su un destro da fuori area di Khedira, poi rimbecillisce quando pressato da Higuain in area piccola gli tira addosso e la carambola sbatte sulla traversa. La fine del primo tempo è un elettroshock: la Lazio fa toc toc, Immobile non si raccapezza in un ingorgo in area bianconera, poi è Luis Alberto a stuzzicare Buffon, fino ad allora in infradito.
L'inizio del secondo tempo è un golpe Lazio. In sette minuti i romani okkupano la partita. Immobile, nel primo tempo piuttosto pigro, conclude un blitz da manuale, impreziosito da un assist di Luis Alberto, con un diagonale che immalinconisce Buffon. Uno a uno. Higuain ha la chance di dare un senso alla sua serata sfocata, ma tira sui piedi di Strakosha. Uh, ariecco la Lazio: prima non sfrutta una mischia laocoontica nell'area avversaria, poi monetizza un rigore ancora con Immobile, tirato giù da Buffon dopo un altro buco della banda Chiellini-Barzagli. Il centravanti campano oblitera. Due a uno e tutto il potere ai soviet biancocelesti.
Allegri mischia le carte. La Juve quest'anno non aveva ancora subito un gol a Torino, figuriamoci star sotto. Entra Bernardeschi, ma non cambia niente, poi anche Dybala rileva Khedira, e sappiamo come finirà. Sono assalti muscolari, elettrici, senza un vero progetto, quelli bianconeri. La chance tocca a Higuain, che si attorciglia su una palla vagante e poi si dispera triste solitario y final. Piuttosto sono gli ospiti in tenuta blu notte ad azzittire lo Stadium a ogni scorribanda. Nel finale Inzaghi toglie il cellophane a Nani e a Caicedo, che cestina il 3-1 dopo un palo di Dybala. Sembra finita, ma sull'ultimo pallone scaraventato alla come viene viene in area, Patric, entrato da poco, abbatte Bernardeschi.
Mazzoleni non vede poi si ravvvede videocitofonando alla Var. Rigore. Dybala mette il mantello da supereroe a Strakosha masticando il secondo rigore decisivo dopo quello di Bergamo. C'è un'aria acre di revoluciòn nel cielo di Torino.
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