Signora indisponente. Per fortuna ci pensano Marchisio & Bonucci

Juve senza gioco, Siviglia in gol e poi in dieci Rigore del Principino, ma è Leo la superstar

Signora indisponente. Per fortuna ci pensano Marchisio & Bonucci

Due espulsi, prima Vazquez poi Sampaoli, un rigore, superiorità numerica per un'ora, la Juventus ha vinto, è prima, questo sta scritto ma chi ha visto e seguito la partita sa che la squadra di Allegri ha rischiato, facendosi del male da sola, poi si è rialzata, per fortuna e per caso, soffrendo ancora, rinunciando al gioco, non soltanto quello bello ma almeno decente, tenendo ritmi bassissimi, indisponenti, tenuta in piedi dall'esperienza di Marchisio, Rugani e, su tutti, di Leonardo Bonucci decisivo due volte per il risultato.

Per il resto, è stata la solita musica stonata. Partita aspra che l'arbitro Clattenburg ha mantenuto in equilibrio mentre attorno era rissa, alimentata dalla panchina andalusa dove Sampaoli si è agitato, urlando e protestando come il peggior Serse Cosmi. Risultato utile, prezioso, basta, non altro. Qualcuno in casa juventina avrà il coraggio di parlare di serata eroica ma questa sarebbe una favola per ignoranti. La Juventus di questi tempi è la brutta copia di se stessa, affannata, imprecisa e, soprattutto, impaurita, macchiata da errori tecnici parrocchiali, senza una sola idea, capace di subire anche il contropiede nonostante si sia trovata in undici contro dieci. Scarso il peso di Pjanic, anzi indisponente è stata la prova del bosniaco che non accelera mai, si limita a distribuire pallette sgonfie e spiazza i compagni con imprecisioni improbabili nel settore caldo. Pjanic è un problema serio e Allegri non sembra aver trovato la chiave, anche psicologica, per cambiare la tendenza annoiata dell'ex romanista. Il gol iniziale di Nico Pareja ha fatto sbandare la Juventus che non è riuscita a riorganizzarsi, denunciando le consuete difficoltà, ribadite dalle numerose assenze ma anche dai propri attuali limiti proprio nella zona centrale, là dove ha ritrovato la linea titolare.

Episodi di football, per fortuna gli spagnoli hanno fatto soltanto schiuma e mai corpo vero, Buffon non ha dovuto sudare per gli straordinari anche se sul tiro di Pareja è sembrato in lieve ritardo. L'espulsione di Vazquez, per doppia ammonizione, ha dato sangue agli andalusi e, paradossalmente, confuso le poche idee juventine. Un paio di conclusioni, Mandzukic e Khedira, finite fuori, poco e male.

Il pareggio è arrivato per caso, prima dell'intervallo, da un calcio d'angolo e una strattonata dell'argentino Mercado su Bonucci, vista da Clattenburg e confermata soltanto dalle immagini televisive. Marchisio freddissimo e lucido ha battuto Sergio Rico che aveva intuito la traiettoria.

Secondo tempo con uguale sinfonia, molta preoccupazione per la terza linea juventina, distrazioni di Dani Alves, il più presuntuoso della comitiva, sfiniti Evra e Alex Sandro, poi la luce improvvisa di Bonucci che non tradisce mai e ha piazzato il colpo giusto dalla distanza, a sei dalla fine.

Un minuto prima, il signor Pjanic, o forse un suo sosia o parente, è tornato là dove dovrebbe restare, nello spogliatoio, lasciando il posto al ragazzino Kean. Finale con il gol di Mandzukic, fino a quel momento un fantasma.

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