Ci vorrebbe un autogol di Dzeko. Per informazioni, chiedere a Lukaku come interpretare l'arte quando la sfida conta. Un autogol di Dzeko per far felice la Juve e far pentire la Roma. Direte: troppa cattiveria risolvere con tal ironia feroce il caso dell'estate. Anzi uno dei casi che, nemmen a farlo apposta, o forse si, contemplano sempre l'ingombrante presenza juventina. Però il pallone gode di questi ghiribizzi. E qui non siamo al tormentone per uno dei migliori centravanti che circolano in Italia, ma al naturale antefatto del Roma-Juve di stasera.
Mettetevi nei panni di Dzeko: l'anno scorso lo voleva l'Inter. Poi se ne fece niente e vide la sua ipotetica maglia vestita da Lukaku, fra l'altro con cospicuo ingaggio. Non proprio gradevole. Quest'anno si fa sotto la Juve e il cambio è da mille e un sogno: anziché giocare per vincere il derby di Roma, gli sarebbe toccato giocare per vincere uno scudetto. E chissà mai in Europa... Poi Suarez litiga con il Barcellona, la Juve ci prova, fa male i calcoli anche sull'italiano del Pistolero, la Roma si sveglia, il Napoli fa i capricci per Milik, a Torino arriva Morata. E Dzeko assiste a storia e commedia. Ora, al massimo, si ritroverà con il grugno arrabbiato e la fascia di capitano della Roma: onore al merito, ma suvvia è mai possibile basti un Morata per rimetterlo nel cantuccio? E che dire della Juve? Incrocerà il centravanti che piaceva a Pirlo e se la giocherà con il fantasma di Suarez appollaiato sulle spalle di Paratici e Morata. Magari anche dell'allenatore e di Ronaldo, se la squadra campione non troverà il filone del gol.
Ecco, dunque, il campionato non poteva riservarci appuntamento più gustoso, giusto per divertirsi. Unica differenza: lo Dzeko negli occhi spunterà solo in questa partita e, forse, in quella di ritorno. Il Suarez sulla spalluccia inseguirà i bianconeri per tutta la stagione e non solo per le problematiche legate ad un esame non proprio da lingua dantesca. Suarez sarà croce e mai delizia: con lui, la Signora avrebbe schierato due fra i sette attaccanti più grandi al mondo. Non proprio una coppia qualsiasi. Basterà il primo intoppo di Ronaldo, il primo assenteismo del centravanti di scorta e di Dybala per richiamare tutti a quel che poteva essere e non è stato. E se poi capitasse che lo Dzeko con tanto di fascia volesse onorare l'onere con una firma d'autore? Allora i gufetti sul dorso bianconero diventerebbero due. Si racconta che Morata sia stato un'ottima spalla per Ronaldo a Madrid. Ma chi non scommetterebbe che Dzeko poteva essere meglio? Se poi vogliamo vederla numeri alla mano: Suarez ha segnato 482 reti in 762 partite (nazionali comprese) contro i 351 gol di Dzeko in 778 sfide e le 195 reti di Morata in 451 match. Nel calcio degli attaccanti contano numeri e medie gol.
E questi dicono quanto abbia perduto la Signora. In Roma-Juve conteranno anche gli amuleti: quelli di Dzeko per evitare gli autogol e quelli di Pirlo ed Agnelli per non farsi rincorrere dai fantasmi e dai propri autogol.
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