nostro inviato a Torino
La Juventus vince con il fiatone non tanto per la cappa di inquinamento che regna su Torino ma perché fatica oltre il consentito contro lo Sporting Lisbona e scaccia la paura solo a sei minuti dalla fine. Come con la Lazio in campionato anche la Champions League racconta di una squadra letteralmente in debito di ossigeno dopo la pausa delle nazionali. Contro un avversario ostico i bianconeri possono salvare solo il risultato, bravi a ribaltare lo svantaggio iniziale con Pjanic e Mandzukic. Vittoria che vale il secondo posto nel girone, ma che non deve nascondere la condizione precaria della squadra di Allegri che ha smarrito anche il filo del gioco.
L'inevitabile conseguenza è una serata con il fiato sospeso per i campioni d'Italia perché oltre alle polveri sottili a rendere pesante l'aria all'Allianz Stadium è l'autogol di Alex Sandro dopo appena dodici minuti. Un liscio clamoroso del brasiliano mette davanti a Buffon tal Gerson Martins che si fa murare dal portiere, ma sul rimpallo il terzino bianconero deposita in rete. Il clima avvelenato dalla sconfitta in campionato contro la Lazio si fa ancora più teso anche perché lo Sporting Lisbona è già difficile da attaccare in una situazione di equilibrio, figurarsi quando la squadra di Jorge Jesus si ritrova in vantaggio. La Juve fatica nonostante Massimiliano Allegri scelga di andare sull'usato sicuro. Fuori tutti i nuovi acquisti, più di centodieci milioni messi a sedere in panchina nella coppa che riempie le tasche. Non è una bocciatura del mercato, ma sicuramente un messaggio per suonare la sveglia a chi è a Torino da pochi mesi. Anche se i vecchi non fanno quasi nulla per dare l'esempio agli ultimi arrivati. Passo lento per la Signora che in emergenza di terzini ripropone Sturaro terzino e forse non è un caso che la ripartenza del gol portoghese parta proprio dalle zolle dell'ex genoano: la metamorfosi da centrocampista a esterno è ancora un abbozzo e a questi livelli un azzardo troppo grande. Lo svantaggio comunque obbliga alla reazione i bianconeri: sterile ma che comunque porta al pareggio grazie alla punizione gioiello di Pjanic. Mandzukic avrebbe subito anche la palla del sorpasso ma è chiuso in angolo. Passato lo spavento la Juve tiene il comando delle operazioni ma offre ancora il fianco alle ripartenze degli avversari, come troppo spesso le capita ultimamente. Cuadrado è sempre un passo avanti rispetto a dove dovrebbe essere facendo perdere la pazienza anche ai tanti seggiolini bianchi ancora una volta vuoti. In più l'HD viaggia a frequenze diverse: Higuain appare in ripresa mentre Dybala sembra rimasto sdraiato a terra dal secondo rigore sbagliato di fila in campionato. È una Juventus che lascia interdetti: disordinata, lenta e impacciata che ammutolisce anche lo stadio. E Pjanic al rientro dopo un mese cala ovviamente alla distanza, va in sofferenza mentre il possesso palla dello Sporting manda fuori giri i bianconeri.
Jorge Jesus come tre anni fa nella semifinale di Europa League con il Benfica, incarta a lungo la Signora su se stessa. Allegri non fa niente per smarcarsi, solo cambi obbligati di fronte a una squadra che più sgonfia non si può. La mossa a sette minuti dalla fine è Douglas Costa per Sturaro e dopo neanche dieci secondi il brasiliano piazza il cross vincente sulla testa di Mandzukic.
Ancora una volta è il croato a risolvere i guai della Juventus, sempre più uomo Champions: ha segnato tre degli ultimi 5 gol europei dei bianconeri. Pesantissimo quello di ieri sera perché la qualificazione agli ottavi si stava maledettamente complicando. Per chiuderla tra quindici giorni in Portogallo servirà una Signora completamente diversa.
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