Stesse facce da gol, quelli del Chelsea se le sogneranno. E la Juve è libera di sognare. Sarebbe meglio più segnare che sognare, perché ora che il Chelsea è tolto di mezzo sarebbe da suicidi farsi sbarcare dalla Champions: basta un pareggio. Allo Shaktar non serve nulla, è già a posto. Quagliarella e Vidal, goleador a parti invertite, rispetto a Londra, tolgono la Juve dall'orlo del burrone. Poi Giovinco ci mette la ciliegina a cosa fatte (more solito). Forza di squadra più che forza dei goleador. Appunto, nella Juve c'è poco di casuale, tranne i cannonieri. Il Chelsea è stato in partita sempre come sparring, quasi mai come squadra campione. Ha sbagliato tanto ed ha pagato.
Morale della sera: difese da mettere i brividi, attaccanti dalla spadellata facile. Basta sapersi accontentare e ci si diverte. E così è stato nel «Bolgia stadium», pubblico tirato a mille, gran sventolare di bandiere bianche, rosse e verdi con sottotitolo per i duri di comprendonio esposto nella curva sud: «Dopo l'Italia, riprendiamoci l'Europa». Ed, in effetti, pronti via l'idea pareva aver preso anche i giocatori. In campo il duo Vucinic-Quagliarella per mettere paura all'avventurosa difesa del Chelsea: prima palla scodellata in area dall'uomo dalla influenza facile (Vucinic per chi non sapesse) ed ecco Liechtsteiner al quasi gol se Cech non ci avesse messo il corpo e il palo avesse provveduto al resto.
Che dire? Questi sono i casi in cui una squadra deve cominciare ad agitare tutte le acque sante possibili. La Juve non è sbiancata, ma la sua difesa forse sì quando, cinque minuti più tardi, Oscar ha fatto sbarellare tre difensori prima di servire il maestrino Hazard che ha spezzato la bacchetta e le speranze con un tiraccio che neppure il peggior Giovinco
Inizio folgorante per una partita che non si è negata nulla ma non ha lasciato il palato del buon gioco. Tanto agonismo, sana combattività, occhi attenti su Pirlo da parte di Oscar, Asamoah costretto a fare il terzino per stoppare Hazard. Chelsea con un centrocampista in più e senza centravanti di ruolo. Juve convinta e costretta al solito lavoro di gruppo per acchiappare occasioni. Squadre un po' lunghe. Così è stato facile per il Chelsea sciogliersi in velocità e sorprendere i difensori (Bonucci ha evitato la frittata provocata dall'ennesima incursione di Oscar) mentre la Juve ha smazzato una serie di occasioni: Marchisio al volo (deviato), tiracci di Quagliarella neppure fosse un fucile a tappi, fino alla palla calamitata da Pirlo verso Cech e deviata dal piede del «Quaglia» in gol. Per la Juve si è aperto un mondo e per il Chelsea un piano inclinato mai più raddrizzato. Ma c'è stato del bello per chi guardava: nel giro di un minuto Cole ha scalciato palla dalla linea della porta sua per l'ennesimo tentativo di Lichtsteiner. E sul seguente contropiede Buffon si è salvato dall'affondo di Mata.
Partita ad alta effervescenza: con individualità più attraenti il Chelsea, con il solito passo da bulldozer corale la Juve. Spazi larghi per tutti, ovvero non era un buon giocare, ma il calcio va assaporato all'istante, senza pensar troppo al retrogusto.
La Juve non ha mai smesso di provarci: Pirlo ha cercato di insidiare Cech da lontano, Quagliarella è apparso goleador per caso quando ha buttato un'altra occasione, e Vucinic (che più tardi si mangerà un gol) ha avviato l'azione del 2-0 prima di mollar palla ad Asamoah che, ancora una volta, ha trovato Vidal sicuro nello sparare la bordata devastante, come a Londra: qui col destro, là col sinistro. Molto diverso il finale e magari il seguito della storia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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