Spalletti pare averla presa bene. La Juventus meglio ancora. Perché Miralem Pjanic con la maglia bianconera è una di quelle cose che possono spostare gli equilibri, se già gli stessi non fossero sbilanciati. Però è la legge del mercato: chi è sveglio e ha più soldi comanda, gli altri arrancano. Brava la Signora, allora: a fare arrivare a Torino il centrocampista bosniaco, a strapparlo a una diretta concorrente per lo scudetto, a pagarlo probabilmente meno di quello che il (pazzo) mercato odierno avrebbe voluto. Trentadue milioni, allora: così prevedeva la clausola e così è stato. Otto milioni meno di Dybala, quindi il secondo acquisto più caro dell'era Agnelli: e se oggi arriverà davvero Marko Pjaca, esterno-trequartista dalla Dinamo Zagabria ammirato ai recenti Europei, la concorrenza masticherà amaro una volta di più visto che non paiono nemmeno eccessivi i (circa) 25 milioni destinati all'affare.
Nel frattempo, però, Pjanic. Con i complimenti di Spalletti ("la Juve è stata brava a prenderlo, adesso dovremo trovare il modo di sostituirlo per competere alla pari con le altre big") e la sensazione che davvero possa trattarsi dell'acquisto ideale: per aspettare con calma Marchisio, per farlo giocare insieme al Principino, addirittura per ovviare a un'eventuale partenza di Pogba. Regista, mezzala, trequartista: sa fare un po' tutto, l'ex giallorosso. Arrivato sotto la Mole da una delle avversarie per eccellenza, come in passato era successo per esempio ad Andrea Pirlo ("mi fa piacere essere paragonato a lui, ma siamo diversi"), Roberto Baggio, Spillo' Altobelli e Roberto Boninsegna: tutta gente che ha lasciato il segno anche in bianconero. Vincendo, segnando, dimenticando quasi il passato e calandosi immediatamente nella nuova realtà. "Sono qui per vincere le ovvie parole di Pjanic -. Dobbiamo provare a conquistare tutto il possibile. La nostra priorità è riportare lo scudetto a casa e scrivere la storia: sei titoli di fila sarebbero proprio una gran bella cosa". Giocherà con il numero 5 e anche qui il fascino non manca: "L'anno scorso avevo il 15, che qui è occupato (da Barzagli, ndr). Sarò orgoglioso di portare il 5, lo stesso numero che al Real Madrid indossava il mio idolo Zidane (alla Juve portava il 21, ndr)".
Sulla carta è tutto perfetto, insomma, anche nella consapevolezza di essere atteso dai fischi del suo ex pubblico, quando tornerà a giocare all'Olimpico: "Sarò comunque contento di rivedere i tifosi e gli amici con cui ho passato momenti bellissimi. Prima di firmare per la Juve ho chiamato Spalletti e mandato un messaggio a Totti e De Rossi per ringraziarli. Il destino ha voluto così e la carriera di un calciatore non è lunghissima. Non è stato facile partire. I miei ex compagni erano dispiaciuti, ma mi hanno comunque fatto i complimenti e il messaggio che mi ha mandato Totti mi ha toccato. Questa è però la scelta migliore per fare un passo avanti nella mia carriera". Detto e fatto: "Qui si fatica tanto, più che a Roma. Diciamo che ho capito perché è così difficile stare davanti alla Juve".
Questa magari Spalletti la prenderà meno bene, ma non è che si possa andare troppo per il sottile. Adesso non resta che attendere il resto del mercato, capire se Pogba rimarrà davvero, come sostituire Morata e magari pure Zaza se accetterà la corte del Wolfsburg: Cavani e Sanchez restano in pole, poi chissà.
"Higuain in bianconero? Non mi sorprenderebbe così Pjanic -. La società lavora molto bene per continuare a vincere. Benatia in arrivo? È un amico e ci sentiamo quasi tutti i giorni: non posso aggiungere altro". Nessun dubbio sul fatto che arriverà pure lui, peraltro.
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