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La Signora torna indietro. Dybala deve scacciare i fantasmi in Champions

Allegri riparte da Malmoe e le facce non sono "belle" come nel '14. Chiesa out, si aspetta la Joya

La Signora torna indietro. Dybala deve scacciare i fantasmi in Champions

Palla a Dybala. Se c'è un momento in cui l'argentino deve finalmente far valere quanto vale, liberato da ombre ingombranti, è questa trasferta di Malmoe, crocevia di una stagione partita malissimo in Italia e ancora tutta da scoprire in Europa. Tocca alla Joya mettersi sulle spalle una Juventus frastornata, ancora figlia di quella ondivaga dell'anno scorso, in attesa di capire se la cura Allegri servirà a guarirla o sarà l'ennesimo flop di un cavallo di ritorno. La gente juventina è in ebollizione: tifosi dalla bocca buona, che non concepiscono che i cicli possono avere termine.

La Juve, già febbricitante nella gestione Sarri nonostante l'ultimo scudetto, si è ammalata seriamente l'anno scorso ed è ancora in infermeria: «Bisogna rimanere sereni replica Allegri . Abbiamo pagato a caro prezzo gli errori individuali che ci possono stare in una stagione, ma così tutti insieme no». Insomma la colpa è dei giocatori. Malmoe rappresenta dunque la grande occasione per svoltare, vuoi perché i campioni di Svezia, guidati in panchina dall'ex milanista Tomasson, sono la squadra più abbordabile del girone (che comprende Chelsea e Zenit con i russi che provocano sui social i bianconeri «mamma ha detto che sarà facile»), vuoi perché la cabala continua a sorridere ad Allegri anche in questo momento nerissimo. Perché se è vero che l'ultima partenza così negativa in campionato (2015-16) vedeva lo stesso Max in panchina e finì con una spettacolare rimonta-scudetto, è vero anche che l'anno precedente (2014-15) la prima Juve di Allegri aprì la Champions proprio contro il Malmoe e arrivò un finale. Non solo, ma quel debutto contro gli svedesi, allora però allo Stadium, venne battezzato da una doppietta di Carlitos Tevez, guarda caso un argentino come Paulo Dybala. E qui si chiude il cerchio. Perché quello che rappresentava Tevez per quella prima Juve di Allegri (capocannoniere stagionale con 20 gol in 32 partite, spesso con Morata come partner), dovrà essere interpretato da Dybala nella seconda Juve di Max, quella che deve cambiare ritmo al più presto.

Ma questa sera in Svezia, dove parte l'ennesima caccia al tabù Champions, la prima dopo tre anni senza il totem Cristiano Ronaldo, i riflettori non punteranno solamente su Dybala, perché sono molti gli osservati. A partire dal frastornato Szczesny, agli uomini di centrocampo, compreso quel Locatelli che avrebbe dovuto accendere la luce. Torneranno De Ligt e i sudamericani (da Bentancur a Cuadrado) accantonati per Napoli, ma, oltre a Bernardeschi, mancherà soprattutto Chiesa (non ancora recuperato dopo la parentesi azzurra: «Non posso rischiare di perderlo per un mese», spiega Allegri), l'uomo che ha risolto molti problemi di Mancini e soprattutto è stato uno dei pochi a salvarsi nell'ultima Juve di Champions, autore contro il Porto del gol-speranza all'andata e della doppietta illusoria nel ritorno a Torino. Con Dybala e Morata giocherà probabilmente Kulusewski, un altro ancora alla ricerca di un'identità da campione, mentre Kean dopo la paperissima di Napoli può tornare ad aspettare.

La Juve non ha tempo da perdere.

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