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Signora, è un'eurovigilia di tormenti

L'addio di Marotta, l'assenza di CR7 e si torna a parlare degli strani rapporti club-ultrà

Signora, è un'eurovigilia di tormenti

Una Juventus sospesa tra passato, presente e futuro. Ad agitare la vigilia della prima in Champions League all'Allianz Stadium, non è certo lo Young Boys. Perché i giovani ragazzi non possono certo togliere il sonno alla vecchia Signora, nonostante il loro ruolino nel campionato elvetico conti nove vittorie in altrettante partite, quindi meglio anche del settebello appena calato dalla truppa di Massimiliano Allegri contro il Napoli. E neanche il fatto che questa sia la prima volta della Juventus senza Cristiano Ronaldo, dallo sbarco del marziano a Torino, può essere causa di smarrimento, al massimo di rimpianto. Sempre titolare, mai sostituito, ma stasera starà a guardare per l'assurda espulsione di Valencia, per la spettinata all'ex interista Murillo.

Questa è soprattutto la prima volta del dopo Beppe Marotta e che non sia una vigilia normale lo ammette anche Massimiliano Allegri: «È un momento di assestamento». L'ex ad potrebbe anche non essere allo Stadium questa sera. D'altra parte ieri Andrea Agnelli ha tracciato la linea del rinnovamento. E consegnato la responsabilità dell'area sport al ds Fabio Paratici. Fino a ieri delega di Marotta, che così diventa un ex a tutti gli effetti. Il presidente della Juventus lo congeda riconoscendo a lui e a Mazzia, l'altro ad sollevato dall'incarico, «lo straordinario lavoro di questi ultimi otto anni che ha permesso di avere gente pronta e preparata ad assumersi le responsabilità». Oltre a Paratici, ecco Giorgio Ricci a capo dell'area ricavi e Marco Re a capo di quella servizi. Nessun accenno a un nuovo amministratore delegato, che non è obbligatoria e potrebbe non essere prevista. Se così fosse, accrescerebbe ulteriormente la centralità di Agnelli nel club. In un cda che scende da dodici a nove membri senza nessuna novità e che deve supportare un management che per il presidente si troverà «ad affrontare sfide addirittura superiori a quelle del 2010», quando prese la guida del club. È una Juventus che guarda al mondo, che deve «farsi trovare pronta davanti a sfide globali, per competere con i club che sono avanti dal punto di vista dello spettro dei ricavi». Citate in ordine sparso: dai club inglesi alle due spagnole (Real Madrid e Barcellona) fino a Psg e Bayern Monaco. Un progetto che si snoderà nei prossimi anni, fino al 2024, quando potrebbe essere rivisto il format della Champions. Agnelli ha comunque ribadito: «Il modello di gestione della Juventus resterà di assoluta continuità rispetto al recente passato».

In questi giorni c'è anche un passato che torna. Perché la trasmissione «Report» ieri ha annunciato un'inchiesta sul mondo del calcio e la criminalità, sulla morte dell'ultrà Raffaello Bucci. Nel lancio anche uno scambio di messaggi con un intermediario, spiega la trasmissione, che coinvolge Marotta per dei biglietti in occasione di Real Madrid-Juventus del 2013. Una vicenda che si trascina con la sua dose di imbarazzo.

È invece d'attualità il rischio della possibile chiusura della curva sud per i cori contro i napoletani, i buu razzisti a Koulibaly e gli insulti a Carlo Ancelotti, nell'ultima sfida contro il Napoli. Meglio pensare ai giovani ragazzi svizzeri. Senza Cristiano Ronaldo, ma con Dybala. La Juve guarda avanti tra presente e futuro. Non è più tempo del passato. Lo sa anche Marotta, che ha conosciuto il cinismo della Signora.

È in buona compagnia.

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