Silvio e Francesco, è la partita dei tifosi doc

Silvio e Francesco, è la partita dei tifosi doc

MilanoLa forza della tradizione. Per recuperare l'appuntamento ormai storico (edizione numero 23) del trofeo intitolato a Luigi Berlusconi, papà di Silvio, interrotto per due anni (calendario intasato in agosto come le code in autostrada di quel periodo), il Milan rischia di ritrovarsi stasera (fischio d'inizio alle 20.30) in uno stadio mezzo vuoto nonostante l'appeal del rivale invitato. Si tratta infatti dell'Atletico San Lorenzo, il club argentino caro a Papa Francesco (da casa Milan è partito, inutilmente, l'invito per averlo in tribuna d'onore a San Siro) e vincitore della recente coppa Libertadores, la Champions league del sud-America. «È stata un'impresa trovare una data disponibile e convincere gli argentini che tra un mese saranno alle prese con il mondiale per club» la spiegazione didascalica di Adriano Galliani, ieri pomeriggio salito ancora a Milanello per controllare lo stato di salute dei suoi e ricordare allo spogliatoio intero il dovere speciale dei rossoneri di onorare l'appuntamento così caro al presidente (garantita la sua presenza) e alla sua famiglia. Per cercare di vincere la concorrenza della Champions televisiva, l'insidia del maltempo e la presenza di lady Gaga al forum di Assago, i prezzi del botteghino sono popolarissimi: 1 euro per gli abbonati, 10 euro per il primo anello, 20 euro per la tribuna centrale. Sette i cambi a disposizione, segno che l'amichevole può diventare, specie in casa rossonera, l'occasione per qualche baldo giovanotto (Van Ginkel, Niang, Armero) di catturare l'attenzione del proprio allenatore. I maggiori interessati sono soprattutto gli spagnoli e in particolare i cronisti del Real Madrid, tutti al seguito di un collaboratore di Carlo Ancelotti, in arrivo a Milano per dare un'occhiata agli argentini, prossimi rivali nel mondiale.

Sarà l'occasione per una romantica rimpatriata di Carletto che continua ad avere contatti quotidiani con i milanisti e con Inzaghi e Galliani in particolare. In estate furono le sue credenziali a convincere il Milan nel tesserare Alex prima e Diego Lopez poi: mica male come "dritte", portiere e leader della difesa sono tra quelli che reggono in piedi la baracca. Che non vive una settimana di particolare brillantezza. Dal possibile terzo posto con la fanfara quindi al processo pubblico per la sconfitta secca col Palermo, il passo risulta, secondo il tipico costume italiano, brevissimo. Di qui la necessità di dare ascolto agli interventi di De Jong e Honda, ieri mattina protagonisti di un evento commerciale. A parte la curiosità per la prima intervista in italiano del giapponese (salutata da un applauso di sponsor e cronisti presenti), la sua analisi sembra la più aderente alla realtà. «La nostra difficoltà è data da due fattori: la condizione fisica non brillante e la conoscenza da parte degli avversari del nostro stile di gioco» la sintesi da sottoscrivere.

«Non è colpa di Inzaghi ma di tutti» la risposta di De Jong all'argomento del giorno non è una scialuppa lanciata a Pippo, semmai un contributo per ripristinare uno scenario credibile. Forse una benedizione "speciale" stasera può risultare più utile di tanti bei discorsi.

In tv Milan-S.Lorenzo Canale 5 ore 23,45

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